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El Alamein, lo sfregio della sinistra ai morti: non conoscono la Storia

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Un conto è la storia, un altro la politica, e un altro ancora l’uso politico della storia. E, peggio ancora, l’uso politico dell’ignoranza della storia. Sull’anniversario della battaglia di El Alamein (scatenata il 23 ottobre 1942 e conclusa il 5 novembre con la vittoria alleata sull'Asse), a riprova che sotto il cielo di Roma ci sono poche idee ma confuse, contro il tweet commemorativo del Ministero della Difesa rilanciato dal presidente del Senato Ignazio La Russa e sottolineato da Paola Chiesa (FdI) ha sparato ad alzo zero Ivan Scalfarotto (Iv) ruminando il solito repertorio su nazifascismo, agiografia, nostalgismo a paccottiglia varia. Forse è opportuno ribadire due o tre punti fermi per non farsi tirare la giacca dalla propaganda partitica e compiacersi delle parole «dal sen fuggite» a scapito del «saggio tacer».

L’esito dello scontro a El Alamein segnò l’inversione di rotta del secondo conflitto mondiale, che l’Italia affrontava dalla parte del Terzo Reich; gli italiani combattevano infatti al fianco dei tedeschi inviati ad aiutarli contro l’esercito dell’impero britannico. Che la causa fosse quella sbagliata è persino superfluo ribadirlo, ma sostenere che i soldati italiani fossero fascisti e quindi complici del nazismo è una semplificazione falsa e in malafede. (...)

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