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Spano-Giuli, Scalfarotto contro Ranucci e Report: "Morbosità omofobe"

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"Morbosità omofobe". L'accusa contro Sigfrido Ranucci e Report non arriva dal Ministero della Cultura, che finirà al centro della prossima puntata del programma di inchiesta di Rai 3 che, prima ancora di andare in onda, ha provocato le dimissioni di Francesco Spano, capo di gabinetto nominato pochi giorni fa dal ministro Alessandro Giuli. Ma Ivan Scalfarotto, ex Pd, oggi parlamentare di Italia Viva e tra i primi, nella politica italiana, a fare dei temi Lgbtq una battaglia oltre la "bandiera di partito".

"In queste ore Report ha pompato il presunto scandalo 'al maschile' utilizzando in modo deliberato una unica leva: la morbosità omofoba", dice al Giornale il senatore renziano, commentando le anticipazioni della trasmissione di Report. Quest'ultima, sottolinea Scalfarotto, "è una testata che si autodefinisce di sinistra, come del resto fa lo stesso Sigfrido Ranucci. E fa impressione che proprio un giornalista che si dice di sinistra abbia scelto di utilizzare questo tipo di inaccettabile gossip stile anni Cinquanta sui 'torbidi ambienti omosessuali', per pompare e reclamizzare la sua trasmissione in tutti i salotti tv".

 

 

 

Il fatto che nessuno a sinistra abbia sollevato il tema omofobia "non mi stupisce, anche se mi dispiace, e mi aspetterei che dalla mia parte politica qualcuno si decidesse a farlo" aggiunge il parlamentare. 

Martedì scorso, 24 ore prima delle dimissioni di Spano, ospite prima di Un giorno da pecora su Radio 1 Rai e poi in studio da Giovanni Floris a DiMartedì su La7, Ranucci è stato molto allusivo, pur senza citare mai il capo di gabinetto. Prima ha accennato a "meccanismi" all'interno del Ministero e di nomine poco chiare. Quando gli chiedono sei il ministro Giuli potesse stare tranquillo riguardo alla prossima puntata di Report risponde: "Gli consiglierei di seguire Inter-Juventus, visto che è un appassionato di calcio...".

 

 

 

Ad attendere il ministro (e Spano, si capirà da lì a poche ore) "un paio di  casi Boccia, chiamiamoli così, nuovi casi in cui Sangiuliano c'entra nulla. Potrebbe essere un caso Boccia al maschile... come modalità di operazione, riguarda sempre il ministero della Cultura, ma Sangiuliano non c'entra. Ci sono documenti e anche chat, che farebbero ipotizzare responsabilità legate ad alte cariche di Fratelli d'Italia". Di "barbarico clima di mostrificazione" ha parlato lo stesso Giuli, mentre Spano nella sua lettera di dimissioni ha accennato a "sgradevoli attacchi personali".


 

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