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Daniele Capezzone, decreto-Albania: "Il retroscenista unico colpisce ancora"

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Il Consiglio dei ministri ha varato un nuovo decreto legge sui trasferimenti di migranti, con un nuovo elenco dei paesi sicuri. "Risolverà questo tutti i problemi? No. E' credibile che alla prima occasione i magistrati cercheranno di killerare questo provvedimento? Sì". 

Apre così Daniele Capezzone il suo "Occhio al caffè", la rassegna scorrettissima di oggi. Ma secondo il direttore editoriale di Libero "almeno, questa è la tesi o la speranza di Palazzo Chigi, non potranno cestinare la fonte secondaria ma dovranno in sede di giudizio, trattandosi di decreto legge e dunque fonte primaria, interrompere tutto e sollevare la questione di fronte alla Corte Costituzionale".

Nel frattempo, "si aprirebbe lo spazio per il secondo versante di iniziativa, quello europeo". Dove ieri il governo ha messo a segno due punti positivi: "La portavoce della Commissione Ue ha detto che intendono fare stilare una lista comune europea dei paesi sicuri, quindi diventerebbe più difficile per un magistrato fare come gli pare. E in secondo luogo, al Parlamento europeo è stata respinta la richiesta di Verdi, Sinistra, Pd e M5s italiani di fare un bel dibattito in plenaria per trattare l'Italia e l'accordo Italia-Albania come imputato politico". 

Questo è il quadro, ma "la novità di oggi è che oggi abbiamo il retroscenista unico. Non ci sono più solo gli editoriali che dicono tutti solo la stessa cosa o gli inviati che raccontano la stessa storia... Su Corriere della Sera, Stampa e Repubblica si legge che Meloni e Mantovano hanno dovuto sforbiciare il decreto e si sono dovuti limitare a trasferire l'elenco dal piano di sotto al piano di sopra perché altrimenti Mattarella non glielo avrebbe firmato". 

Finita qua? "No, perché sul Fatto quotidiano c'è pure il giurista che chiede al presidente della Repubblica di non firmare. Questa è la tarantella di oggi".

 

 

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