Tommaso Foti e la mail di Patarnello: "Vogliono inventare qualcosa contro Meloni?"
"Quelle sono liste di proscrizione?". Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, commenta sul Tempo la vicenda della mail della toga Marco Patarnello che lo stesso quotidiano romano ha diffuso domenica mattina, scatenando una nuova feroce polemica tra la politica e la magistratura politicizzata.
"L’ho letta almeno un paio di volte per esser certo di non aver saltato una riga e riflettere bene sul significato", premette Foti. Sono due i punti che lo hanno colpito. Innanzitutto, l’autore: "Si tratta di un magistrato di Cassazione, appartenente a quella parte di sistema giudiziario che più di ogni altra dovrebbe avere competenza e indipendenza". L’altro aspetto è il passaggio che riguarda Giorgia Meloni: "Siccome non ha guai giudiziari allora è più pericolosa. Questo ci apre a due ulteriori considerazioni: da un lato, evidentemente si pensa a una via giudiziaria per indebolire chi fa politica.
Dall’altro lato, se Meloni è forte perché non ha scheletri nell’armadio cosa vuol dire, che si vuole inventarne qualcuno? E’ tutto molto grave". Altro punto nodale: "Alcuni magistrati stilano classifiche di pericolosità dei Presidenti del Consiglio? Siamo forse alle liste di proscrizione?".
La vicenda alimenta i sospetti su fini politici della magistratura, "una forma di esondazione rispetto ad argini ben definiti, quasi delineando strategie per raggiungere obiettivi diversi rispetto a quelli indicati dagli elettori - avverte Foti -. Abbiamo già avuto esperienze o tentativi di far cadere per via giudiziaria governi legittimamente insediati in conseguenza del voto popolare...".
In una intervista a Repubblica, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha rilanciato l'ipotesi di riforma del Titolo IV della Costituzione. La separazione delle carriere "è una modifica costituzionale che in quanto tale ha un iter più lungo ma l’auspicio è che possa essere introdotta - ammette anche il capogruppo meloniano a Montecitorio -. Comunque c’è sempre una questione di principio che deve essere rispettata, cioè la differenza dei ruoli".
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La questione Patarnello si intreccia inevitabilmente alla sentenza del Tribunale di Roma che ha dichiarato illegittimo il trasferimento di migranti in Albania, per la gioia delle opposizioni. "La decisione - ricorda Foti - era stata anticipata sulle agenzie, seppure in forma interrogativa, qualche ora prima dall’onorevole Scarpa del Pd. Evidentemente aveva letto un articolo pubblicato sull’Unità e scritto da un giudice che poi ha adottato l’ordinanza, che già prima della sentenza della Corte di Giustizia Ue aveva opinato in lungo e in largo sulla possibilità di trasferire in Albania gli immigrati".