Patarnello, Mattarella tace. Poi la frase da Bari: "Essenziale la collaborazione tra le istituzioni"
Il presidente della Repubblica Sergio Mattrella interviene nel giorno dello scontro durissimo tra governo e magistratura, ri-esploso nei giorni scorsi con il caso migranti-Albania e culminato oggi con la mail del procuratore Marco Patarnello, pubblicata dal Tempo, in cui si sottolinea la necessità di "porre rimedio" alle divisioni tra magistrati per meglio contrapporsi al disegno di riforma della giustizia della premier Giorgia Meloni.
Ecco perché l'appello del Capo dello Stato al Festival delle Regioni e delle Province autonome, pur senza mai nominare la questione magistratura, sembra calzare a pennello e rischia di diventare un nuovo argomento di dibattito politico, più che istituzionale. In ogni caso è significativo il silenzio del presidente, che è anche a capo della magistratura in quanto presidente del Csm, sulla gravissima questione del giorno.
"Tra le istituzioni e all'interno delle istituzioni la collaborazione, la ricerca di punti comuni, la condivisione delle scelte sono essenziali per il loro buon funzionamento e per il servizio da rendere alla comunità", è il monito di Mattarella da Bari. "Vi sono, in particolare, dei momenti nella vita di ogni istituzione in cui non è possibile limitarsi ad affermare la propria visione delle cose - approfondendo solchi e contrapposizioni - ma occorre saper esercitare capacità di mediazione e di sintesi. Questo è parte essenziale della vita democratica poiché le istituzioni appartengono e rispondono all'intera collettività e tutti devono potersi riconoscere in esse". Un ragionamento che può valere anche per il caso maltempo, con l'Emilia Romagna nuovamente sott'acqua (e in particolare Bologna) e i continui rimpalli di responsabilità da Regione e Comuni al governo di Roma.
Proprio sulla questione maltempo, sottolinea Mattarella, "i cambiamenti climatici sono sovente all'origine delle disuguaglianze e, in ogni caso, le accrescono: basti pensare alla carenza di acqua potabile che interessa interi Stati e al fenomeno della desertificazione, entrambi causa di conflitti e di migrazioni di massa". E ancora: "Lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali - ha aggiunto - va quasi sempre a vantaggio di pochi e contro gli interessi di intere popolazioni. Le politiche ambientali devono salvaguardare le condizioni personali e sociali più deboli". "In ambito digitale - prosegue - lo sviluppo delle tecnologie può ridurre il divario digitale ma anche accrescerlo e questo dipende dalle scelte che sapremo compiere, se accrescerà le differenze o le ridurrà. Porre l'intelligenza artificiale a servizio di tutti e soprattutto dei più deboli e dei più fragili è la sfida che dobbiamo affrontare".
Le politiche ambientali, conclude il capo del Quirinale, "vanno integrate nelle politiche per la crescita e non considerate un freno allo sviluppo. Lo sviluppo deve essere sostenibile, diversamente è vano e illusorio. Politiche coerenti e stabili nel tempo che creino un clima di fiducia e promuovano, con strumenti efficaci, quei cambiamenti dei comportamenti e degli stili di vita richiesti da un processo cosi' impegnativo".