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Alluvione, Corte dei conti contro Bonaccini e Pd: cosa non torna sui fondi

Claudia Osmetti
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Il giudizio della Corte dei Conti è impietoso, ma per tirare le somme basta e avanza il bollettino delle ultime ore. Piove (di nuovo) su mezza Italia e la situazione più critica è (ancora) in Emilia Romagna. È allerta rossa, cioè, per quasi tutto il dì, quello ieri: dalla mattina fino a mezzanotte, con le scuole chiuse in tre province su nove, con alcuni Comuni che fanno evacuazioni preventive e con le piene dei fiumi che potrebbero straripare nella notte. Il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci (Fratelli d’Italia) firma un decreto per la mobilitazione straordinaria del servizio nazionale, tanto preoccupa la questione maltempo a Ravenna e a Reggio Emilia e a Modena. Eppure, qui, di burrasche, ne sono in corso almeno due.

Una meteorologica (tra poco ci torniamo) e l’altra politica. La seconda scoppia dopo che Marcovalerio Pozzato, di professione presidente della sezione di controllo della Corte dei Conti dell’Emilia Romagna, niente di meno, esprime un giudizio su quanto la sua Regione sta facendo per fronteggiare le più recenti alluvioni: a suo parere, almeno quest’anno, praticamente niente. O comunque assai poco. «Dispiace dire», afferma, «che è stato impiegato molto, molto poco. Molto sotto il 10% delle somme a disposizioni per gli interventi sui bacini fluviali».

 

 

 

CRITICITÀ

«Per quanto riguarda il 2023 c’è stata una previsione di stanziamento maggiore», aggiunge, però ci sono state anche «grosse criticità e perplessità» perché «in qualche modo manca un’efficiente cinghia di trasmissione» tra il finanziamento delle opere, la loro effettiva realizzazione e la verifica necessaria, al punto che l’Emilia Romagna «non è in grado di capire tempestivamente, ossia in tempo reale, che cosa effettivamente sia stato realizzato».

Lì, nella terra della segretaria Pd Elly Schlein, nell’ex feudo del dem Stefano Bonaccini, nella rossa Emilia Romagna delle feste dell’Unità, del lambrusco e dei tortellini, nella Regione che andrà al voto tra un mese esatto, le parole di Pozzato sono una doccia gelata.

Un po’ come l’acqua battente che continua a ingrossare il Po. Non vengono, per la prima volta, dall’opposizione di centrodestra (che però poi le commenta, eccome); non si tratta di analisi più o meno puntuali dei politologhi da talk-show: sono dichiarazioni rese alla stampa in occasione della presentazione del giudizio di parificazione del rendiconto 2023. E rimbalzano in campagna elettorale in meno di mezz’ora. «Finalmente è arrivata la verità», sbotta la candidata a governatrice (per il centrodestra) Elena Ugolini, che rincara la dose parlando di una «gestione disastrosa (quella di Bonaccini, ndr)» confermata dal fatto che «il buon governo della nostra Regione è un castello di sabbia».

Le dà manforte il senatore di Fdi Marco Lisei: «Queste durissime critiche», racconta lui, «mettono la parola fine alle tante bugie raccontate sino a ora dal Pd».
Non ci stanno, invece, i vertici regionali, e in prima persona Irene Priolo, che è la presidente ad interim e facenti funzioni nominata quando Bonaccini è stato eletto all’europarlamento (e ha quindi dovuto lasciare la poltrona di viale Aldo Moro): «È bizzarro che si sia fatto riferimento a un bilancio che non è ancora stato preso in esame. Il riferimento (di Pozzato, ndr) era alle donazioni e ad alcuni fondi all’agricoltura, non a quelli sull’alluvione. Non è vero che abbiamo impegnato solo il 10%, le risorse destinate ai bacini fluviali sono state impegnate al 100%. Stupiscono», invece, «le valutazioni soggettive, infondate e fuori contesto arrivate dalla sezione regionale della Corte dei Conti».

 

 

 

BOTTA E RISPOSTA

Un botta e risposta in piena regola che va avanti incessante mentre fuori, cioè per strada, viene (di nuovo) vietato di transitare sugli argini, come a San Lazzaro e i sottopassi sono (ancora) allagati, mentre si contano almeno cento millimetri di pioggia a Cesenatico e le golene sono sgomberate e vige (daccapo) il divieto di accesso ad alcuni immobili a Luzzara, mentre il Comune di Bagnocavallo (che, tra parentesi, è uno di quelli maggiormente colpiti dagli eventi alluvionali dei mesi scorsi) dispone l’evacuazione totale delle zone di Traversara, Borghetto e dell’area di Muraglione a Boncellino, mentre fa lo stesso anche l’amministrazione di Molinella, nel Bolognese, per la frazione di Selva Malvezzi, mentre la protezioni civile sul campo è forte di almeno cento volontari e (per l’ennesima volta) sono aperti i primi centri di accoglienza per gli sfollati a Budrio. Tutte scene già viste, appunto.

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