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Open Arms, Salvini inchioda la magistratura: "Cosa succede se vengo condannato"

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"Le norme spesso vengono applicate per coloro sulle cui idee non sono d'accordo alcuni magistrati, mentre per gli amici vengono interpretate in altra maniera": il ministro dei Trasporti Matteo Salvini lo ha detto in un'intervista al Tg1 a proposito della questione migranti. Poi ha aggiunto: "Ci sono governi di sinistra in Europa, penso alla Spagna, alla Germania, alla Danimarca, alla Gran Bretagna, che stanno chiudendo le frontiere e stanno sospendendo Schengen perché il traffico di esseri umani è un problema a livello continentale, quindi se l'ex ministro dell'Interno che ha bloccato gli sbarchi rischia la galera, quei magistrati si prendono una grande responsabilità". 

Il riferimento è al processo che lo vede imputato. Il leader della Lega è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per aver ritardato lo sbarco di 147 migranti a bordo della nave della Ong spagnola Open Arms nel 2019, quando era titolare dell'Interno. Accuse per le quali rischia 6 anni di carcere. "Qualora fossi condannato - ha continuato Salvini - il problema non sarebbe mio, ma per l'Italia perché dal giorno dopo scafisti e trafficanti saprebbero dove arrivare. Lo stesso vale per l'accordo con l'Albania: se diciamo che non possiamo espellere nessuno, se qualcuno di questi 12 domani commettesse un reato, rapinasse, stuprasse o uccidesse qualcuno, chi ne pagherebbe le conseguenze? Quel magistrato che li ha riportati in Italia?". 

E ancora: "Vorrei sapere perché tra tutti i lavoratori che pagano per i loro errori, solo i magistrati non pagano mai". Infine, il vicepremier ha detto che il governo non ha tempo da perdere a litigare coi giudici: "Noi siamo pagati dagli italiani per risolvere problemi, stiamo approvando una legge di bilancio che aumenta gli stipendi a lavoratrici e lavoratori dipendenti fino a 40mila euro di stipendio all'anno, vogliamo aumentare gli stipendi con la flat tax anche ai lavoratori con partita Iva, quindi non abbiamo tempo da perdere litigando". 

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