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Meloni e Piantedosi rispondono ai giudici: Cdm lunedì e ricorso

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A pochi giorni dall'apertura degli hotspot a gestione italiana in Albania, i giudici hanno già messo i bastoni tra le ruote. Infatti non sono stati convalidati i trattenimenti - emessi dalla questura di Roma il 17 ottobre - che riguardano i migranti che si trovano all'interno del nuovo centro di permanenza per il rimpatrio. Le toghe della sezione immigrazione del tribunale di Roma hanno così disposto che devono essere riaccompagnati in Italia. "I due Paesi da cui provengono i migranti, Bangladesh ed Egitto, non sono sicuri, anche alla luce della sentenza della Corte di giustizia". È quanto sostiene in sintesi uno dei giudici.

Ma il governo non intende indietreggiare. "La battaglia di affermazione della nostra visione la faremo in sede giudiziaria - commenta a caldo il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi -. Ricorreremo arrivando sino alla Cassazione" perché sul protocollo Italia-Albania "non è stato giudicato o meno il diritto all'asilo di queste persone" ma "si nega il diritto del governo di attivare procedure accelerate".

In occasione della conferenza stampa con il titolare della Farnesina Antonio Tajani a Ventimiglia, il prefetto "assolve" le toghe: "Non è colpa dei giudici ma di un'evoluzione dell'applicazione del diritto che porta a un'enormità, ovvero che il governo non ha diritto di legiferare od operare con celerità". Tradotto: non fanno in modo che la procedura d'asilo possa essere espletata in maniera più celere. Per questo "la vera scommessa che gli Stati devono conciliare è il diritto di asilo per coloro che ne hanno diritto con la celerità, che deve caratterizzare delle procedure. Queste non devono trasformarsi in elusioni di quel meccanismo".

A rompere il silenzio sulla decisione della magistratura anche Giorgia Meloni. Per il premier "è molto difficile lavorare e cercare di dare risposte a questa nazione quando si ha anche l'opposizione di parte delle istituzioni che dovrebbero aiutare a dare risposte". Da qui l'idea di convocare per lunedì 21 ottobre un Consiglio dei ministri. Lo scopo? Definire nuove norme "per risolvere il problema Albania". "Ho convocato il cdm per approvare delle norme per superare quest'ostacolo perché penso non spetti alla magistratura dire quali sono i Paesi sicuri ma al governo", quindi "il governo dovrà chiarirlo meglio". Infine Meloni si lascia andare a un'osservazione: "Temo che debba anche colpire il fatto che questa decisione dei giudici è stata anticipata ieri da alcuni esponenti del Partito democratico". 

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