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Giorgia Meloni, duro sfogo: "Non mi leveranno di torno"

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Elisa Calessi
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In Italia «ci sono gruppi di pressione» che «non accettano di avere al governo qualcuno che pressioni non se ne fa fare e non si fa ricattare. E allora, magari, tentano di toglierselo di torno con altri strumenti. Temo che non riusciranno». Alla terza inchiesta che ha al centro la violazione di dati privatissimi- conti correnti, dichiarazioni dei redditi, carte di credito della premier, di suoi ministri, di parlamentari soprattutto di centrodestra, scatta il l’allarme rosso. E il contrattacco. Dal punto più alto, Giorgia Meloni. In una intervista al Tg5, la premier affronta di petto il susseguirsi di casi di spionaggio e di sospetto dossieraggio che hanno per bersaglio lei, oltre a tanti altri.

«Se lei mi chiede», ha continuato Meloni, «perché, per quello che riguarda i politici, sono quasi tutti esponenti di centrodestra e io sono la persona più dossierata d’Italia, le dirò che nel dramma c’è la buona notizia». Ossia che, sudi lei, nonostante sia stata «passata allo scanner», «non si è trovato niente». Ma perché questa insistenza nel rubare dati sudi lei, sui suoi ministri? «Io», risponde Meloni, «mi sono data una spiegazione di quanto accaduto, poi chiaramente spero che una spiegazione ce la dia la magistratura ad un certo punto». Quindi paragona il modus operandi che, pur nelle differenze, si è visto in questi casi di spionaggi ai «ladri che entrano dentro casa, rubano i gioielli e li vendono al ricettatore». Meloni, riprendendo una tesi già espressa dal procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo, sostiene che «stia accadendo la stessa cosa con il mercato delle informazioni. Penso che ci siano dei funzionari, dei dipendenti pubblici e privati, che prendono illegalmente delle informazioni e le vendono illegalmente sul mercato. A chi? Questa è la risposta che stiamo aspettando. Presumibilmente dietro ci sono degli interessi».

 

 


Prima di lei Giovanni Donzelli (FdI) aveva ventilato un «attentato alla democrazia». E il ministro dell’Interno di un tentativo di «alterare» la volontà democratica. Intervenendo alla festa de Il Foglio, a Firenze, il ministro Matteo Piantedosi aveva parlato del «forte sospetto» che ci sia la «volontà di creare un’alterazione del percorso democratico». Sospetto che sorge spontaneo quando ci si trova di fronte, come nei casi emersi in questi mesi e da ultimo a Bari, a «un’azione sistematica di spionaggio e dossieraggio di grandi personaggi politici, in gran parte appartenenti ad una parte politica». Il dubbio che viene, aveva continuato Piantedosi, è che “tutto” sia «finalizzato alla delegittimazione e alla destabilizzazione del quadro politico».
Cioè alla caduta di questa maggioranza. Certo, «spetta alle indagini giudiziarie fare chiarezza», ma, ha detto, «si tratta di fenomeni preoccupanti». «Il problema vero», aveva detto Donzelli, «è che c'è qualcuno in Italia che non ha accettato di aver perso le elezioni. Qualcuno cerca in tutti i modi, anche illegittimi e scorretti di provare a condizionare o a ribaltare il risultato elettorale».


Ha presentato una interrogazione urgente alla presidenza del Consiglio, al ministero dell’Economia e della Finanza e al ministero della Giustizia Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, per chiedere «chiarimenti immediati sugli accessi illegali avvenuti in una filiale di Banca Intesa Sanpaolo in Puglia». Perché «la raffica di scandali rappresenta un vero e proprio attacco a principi fondamentali di libertà e democrazia. De hoc satis. Ne abbiamo abbastanza!». Mentre Enrico Costa, da poco ritornato nel gruppo azzurro, ha proposto, al primo provvedimento utile, un intervento a livello normativo, ossia un emendamento per punire maggiormente e queste condotte.«Se questi dati vengono pubblicati dopo essere stati trafugati commettendo un reato non è certo diritto di cronaca», ha spiegato. Ed è intervenuto anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, dalla cui denuncia era partita l’inchiesta di Perugia su Pasquale Striano, il finanziere accusato di aver fatto migliaia di accessi abusivi: «Spiare i conti correnti, le carte di credito, i movimenti bancari», ha scritto ieri sui social, «significa sapere tutto di una persona e della sua famiglia». Per esempio «sapere in che ristorante o pizzeria potrei trovarlo oppure dove andrà in vacanza». Tutti «dovremmo condannare e scandalizzarci».

Nella sua intervista al Tg5 la premier non ha parlato però solo di dossieraggi. Ma anche di governo, di economia e di maggioranza. «Lo stato di salute della coalizione di governo è più solido oggi di quando abbiamo cominciato. Perché in questi due anni abbiamo lavorato insieme ma abbiamo anche attraversato tante difficoltà e questo cementa i rapporti, per cui oggi posso dire che c’è anche un rapporto umano, solido di amicizia e penso che gli italiani lo vedano». In quanto alle tasse, «solo fake news», ha dichiarato, «noi le abbassiamo». E in manovra ci saranno più risorse per la sanità. Sulla patrimoniale, poi, è stata lapidaria: «Aumentare le tasse io la considero una cosa di sinistra. Infatti la sinistra ancora chiede la patrimoniale, ma io di sinistra non sono e quindi faremo del nostro meglio per confermare i nostri provvedimenti e magari fare qualcosa di più».

 

 

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