Conti spiati, l'accusa di Giorgia Meloni “Gruppi che non accettano chi non si fa ricattare”
Lo scandalo dei conti bancari spiati che ha visto protagonista un funzionario di una filiale barese di Banca Intesa Sanpaolo sta assumendo sempre di più dei connotati sinistri. Che un anonimo dipendente, tal Vincenzo Coviello, possa controllare i movimenti bancari di alte personalità dello Stato - come presidenti del Consiglio e ministri - è quanto meno è gravissimo. Come ha spiegato lo stesso Guido Crosetto - anche lui nella lista dello spione insieme a sua moglie -, significa "conoscere la scuola dei figli, dove la moglie fa la piega, dove la famiglia fa la spesa. Significa conoscere la sfera intima e privata di ognuno".
Anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta sul caso Coviello. "In questa Nazione - ha spiegato in un'intervista rilasciata al Tg5 - ci sono probabilmente gruppi di pressione. I gruppi di pressione non accettano di avere al governo qualcuno che pressioni non se ne fa fare e non si fa ricattare. E allora, magari tentano di toglierselo di torno con altri strumenti. Temo - ha poi aggiunto - che non riusciranno''.
Nonostante la gravità del fatto, da sinistra continuano a prendersela contro Giorgia Meloni. "Ho appreso che il mio conto corrente è tra quelli spiati insieme alla premier Meloni e altri esponenti politici bipartisan. La Meloni invece di fare politica con il vittimismo, si ricordi che governa e invece di far post sui social dovrebbe rendere più sicura la rete informatica!". Lo scrive su X Angelo Bonelli coportavoce di Avs.