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Elly Schlein e le parole sulla piazza pro-Hamas? "Perlopiù è stato un corteo pacifico"

Alessandro Gonzato
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Schlein parla solo a sera inoltrata, 36 ore dopo, e minimizza la violenza del corteo anti-Israele. Ci arriviamo. Intanto, per un giorno e mezzo, il silenzio è un apostrofo giallorosso tra le parole “pro” e “Hamas”. È il silenzio degli indecenti. È il silenzio di chi, Pd, Movimento 5Stelle, Alleanza Verdi Sinistra e cespugli vari delle opposizioni non parla per paura di perdere consensi tra i propri elettori, parte dei quali sabato sono tornati ai disonori delle cronache.

L’indomani della manifestazione di Roma, i 34 uomini delle forze dell’ordine feriti, un arresto, i 4 fermati, le oltre 200 teste di Gaza allontanate prima del corteo e i 51 fogli di via; dopo che i compagni hanno combinato tutto questo violando il divieto di manifestare nessuno ha avuto il coraggio di condannare l’accaduto. Nel frattempo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha chiamato il capo della polizia per esprimere solidarietà agli agenti feriti: nel corso della telefonata Mattarella ha rinnovato il proprio apprezzamento alle forze di polizia.

 

 

 

Fino all’ora del digestivo registriamo solo una dichiarazione a sinistra, quella del deputato dem Matteo Mauri, il quale ha comunque sfruttato l’occasione per alcuni distinguo e per attaccare il governo: «Le aggressioni in piazzale Ostiense sono state evidentemente premeditate», ha detto, «come dimostra la dinamica dell’attacco e l’uso di bombe carta. E sono state condotte da frange violente» - attenzione - «che si sono infiltrate nel presidio. Fatto che», ha tenuto a sottolineare il dem, «ha oscurato il modo pacifico e collaborativo verso le autorità delle tante persone che avevano animato fino a quel momento la manifestazione». Mauri ha elogiato l’operato delle forze dell’ordine, ma – ecco il veleno contro il centrodestra - «sono le stesse forze dell’ordine che avrebbero assoluto bisogno di sostegno economico da parte dello Stato, mentre il governo non mette le risorse necessarie né per un rinnovo adeguato del contratto di lavoro, né per nuove assunzioni». E ancora: «Nel cosiddetto “ddl sicurezza” ci sono solo parole vuote e demagogia. Il Pd continuerà a battersi perché al Senato il “ddl” venga trasformato in una legge utile alla sicurezza e a chi la garantisce».

 

 

 

Scorriamo le agenzie parlamentari per rintracciare un minimo intervento del Movimento 5Stelle, andrebbe bene anche sgrammaticato come sempre, e però il motore di ricerca non dà risultati. Giuseppe Conte, sui social, trova il tempo e il modo di attaccare Giorgia Meloni e Matteo Salvini sui recenti problemi alla circolazione dei treni e questo, evidentemente, gli ha fatto esaurire i giga dello smartphone.

Di Bonelli e Fratoianni non si hanno tracce: forse l’ineffabile duo di scopritori di talenti sta cercando il nuovo fenomeno da piazzare a Palazzo, dopo i fuoriclasse Soumahoro e Salis. L’ultimo intervento di Riccardo Magi (il segretario di +Europa) è sull’«escalation di nuove tasse e balzelli» – la solita “magiata” – ma non sull’escalation di zucche vuote ornate di kefiah che hanno attaccato polizia e carabinieri. Alla Schlein ci arriviamo tra poco.

Nella comunità ebraica monta la rabbia: «Un grazie alle forze dell’ordine», ha affermato Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche Italiane, «è stato un abuso della libertà di manifestare di chi cerca di destabilizzare uno Stato di diritto. I palestinesi stessi sono abusati senza capire che il loro slogan e quello dei pro Pal viene incanalato per arrivare alla distruzione di Israele e all’incitamento alla violenza con le aberranti accuse e ribaltamento di ogni verità». Giunge la notizia che tra i destinatari dei fogli di via ci sono alcuni militanti del centro sociale torinese Askatasuna, che il sindaco dem Stefano Lo Russo ha voluto legalizzare.

Eccoci alla segretaria del Pd, ieri a “In altre parole”, di Massimo Gramellini, su La7. Elly non ha detto nulla per 36 ore e alla fine se n’è uscita cosi: «La piazza di Roma è stata perlopiù pacifica». Ah sì? «Chi inneggia ad Hamas non ha nulla a che fare col Pd, ma rivendico il diritto di criticare durante il governo israeliano. Il Pd non c’entra nulla, la nostra piattaforma è molto distante». La piattaforma? Prematurata la supercazzola, o scherziamo?

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