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Luca Zaia sul palco, esplode la tensione contro i magistrati: fischi a Pontida

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Tutta la Lega a Pontida, oggi domenica 6 ottobre, tutti sul pratone-simbolo del Carroccio, tutti stretti attorno al leader, Matteo Salvini, nel mirino dei pm per il caso Open Arms. Presente tutto lo stato maggiore del partito, oltre agli ospiti della destra europea. Sotto al sole e davanti al palco, la folla delle grandi occasioni.

Il ministro Roberto Calderoli si è presentato con una maglietta che recitava: "Processate anche me", segno di solidarietà al leader. Dunque ecco anche Luca Zaia, il governatore del Veneto, che è interventuto dal palco. Sul processo Open Arms, il Doge ha affermato: "Non si tratta di difendere un segretario politico, ma di difendere una persona e un ministro e di difendere un principio che, quando qualcuno fa il suo dovere, deve essere difeso e non portato in un tribunale. Io ho letto le carte anche per evitare di dire cazz***. Il giudice ha le carte per dire che non si ha da procedere", ha tagliato corto.

A stretto giro, il governatore del Vento ha aggiunto di aver "fiducia nella magistratura", insomma di aver fiducia nell'assoluzione del vicepremier. Parole che però hanno scatenato i fischi e i mugugni di alcuni militanti, segno della tensione della Lega nei confronti della magistratura. Lo stesso Zaia ha subito "placato" la brevissima contestazione, facendosi capire anche da chi non aveva interpretato il corretto significato delle sue parole.

 

"È una Pontida unica. Finalmente con l'autonomia. Ce l'abbiamo fatta. Questo è un merito della Lega", ha poi aggiunto Zaia. "A chi dice che siamo degli egoisti, perché vogliamo l'autonomia, rispondo che noi siamo quelli che vogliono l'equa divisione del benessere. Perché è immorale andare a curarsi fuori regione", ha sottolineato. A chi promuove il referendum abrogativo della legge Calderoli, Zaia ha chiesto di "avere rispetto" per gli oltre due milioni di veneti che sono andati a votare il 22 ottobre del 2017. "Ci riteniamo parte lesa e quindi andremo anche noi in Corte costituzionale a difendere le nostre ragioni", ha detto. "Noi non amiamo il centralismo. Siamo abituati a fare le rivoluzioni gandhiane, come diceva Umberto Bossi. Grazie al governo per come sta seguendo" la riforma dell'autonomia, ha concluso Luca Zaia.

 

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