Giorgia Meloni, sfogo nella chat interna FdI: "Alla fine mollerò per questo. C'è chi venderebbe sua madre..."
La chat interna ai parlamentari di Fratelli d’Italia finisce pubblicata sui alcuni internet: in particolare, la fuga di notizie riguardava la convocazione urgente a deputati e senatori perché martedì è prevista l’elezione del nuovo giudice della Corte costituzionale. ««Attenzione, martedì 8 ottobre, ore 12,30, indispensabile la presenza di tutti al voto perla Corte Costituzionale. Eventuali missioni vanno rimandate o annullate»». La pubblicazione della convocazione ha mandato su tutte le furie Giorgia Meloni, la quale è intervenuta sulla stessa chat con un messaggio durissimo: «Io alla fine mollerò per questo. L’infamia di pochi alla fine mi costringe a non avere più rapporti con i gruppi».
Parole riportate ieri dal Fatto Quotidiano, che ha raccontato tutta la cronologia della chat. «fare ’sta vita per eleggere ’sta gente anche no» scrive Meloni. Poi, secondo quanto racconta il Fatto, sono intervenuti in chat anche esponenti del governo. Il ministro della Difesa Guido Crosetto avrebbe scritto: «Lavorandoci un po’, gli o l’infame si trova».
L’onorevole Salvatore Deidda avrebbe consigliato di “non mollare”: «Io spero che chi sia stato faccia ammenda e capisca che ci sta danneggiando continuamente».
La sottosegretaria Wanda Ferro dà solidarietà al presidente del Consiglio («Immagino come ti senti»), mentre Paola Frassinetti comunica la sensazione di restare «senza parole e con tanta rabbia e delusione».
Il deputato Salvatore Deidda le consiglia di non mollare: «Io spero che chi sia stato faccia ammenda e capisca che ci sta danneggiando continuamente».
A quel punto Meloni risponde piccata: «Ma quale ammenda, c’è gente che per una citazione sul giornale venderebbe sua madre. Solo non capisco come facciano a stare con noi che siamo sempre stati tutt’altro. Detto questo mi taccio prima che esca qualcosa pure da qui».
Poi, sempre a quanto avrebbe appreso il giornale di Marco Travaglio, la conversazione avrebbe virato sull’ironia, con interventi scherzosi su fuga di notizie e situazione delle infrastrutture («Tutto per non far dire che con noi “i treni arrivano in orario”! Bravi, strategia geniale...» scrive il deputato Marco Osnato). Inevitabilmente, nel partito è scattata la caccia alla talpa, che ha fatto uscire i messaggi del premier che erano destinati solo ed esclusivamente ai membri del gruppo Whatsapp.
Ieri il capogruppo in Senato Lucio Malan, interpellato sulla doppia fuga di notizie ha replicato così: «Non è una cosa da farsi quella di diffondere corrispondenze che sono di un gruppo all’esterno. C'è un voto e tutti sono esortati a partecipare, non è questa grande notiziona...». Quanto al voto per il giudice della Corte costituzionale, il capogruppo al Senato ha sottolineato che si tratta di un «voto molto importante, istituzionale, per il quale la legge prevede una maggioranza qualificata, per cui prevede di andare al di là degli schieramenti. Ci deve essere un accordo che deve andare al di la della maggioranza governativa, noi speriamo che questo sia lo spirito che sia interpretato da tutti».