Femministe e Lgbt in piazza per la Palestina che segrega le donne e disprezza gli omosessuali
Roma, sabato 5 ottobre, dopodomani. I gruppi Lgbt inneggeranno alla Palestina dove lesbiche, gay, bisessuali e transgender vengono perseguitati e scappano in Israele, contro cui gli stessi gruppi Lgbt vomiteranno odio. Lo hanno già fatto sabato scorso, anche a Milano, dove i paladini dei diritti, capeggiati da Chef Rubio, hanno celebrato un minuto di silenzio in onore di Hassan Nasrallah - l’ex capo Hezbollah ammazzato da Israele – il cui proclama era «ogni omosessuale va ucciso, le relazioni omosessuali sono un vero pericolo». Tra questi gruppi che parteciperanno alla manifestazione non autorizzata del 5 ottobre - immaginiamo pure cori a sostegno dell’Iran - segnaliamo “Campo Innocente” («Anche se è vietato andiamo a Roma, non un passo indietro») e “Inclusiv*- community intersezionale”. Che poi Israele sia l’unico Paese di quella parte del mondo che rispetta le comunità Lgbt, beh, per le zucche vuote ornate di kefiah è un dettaglio. A esaltare la Palestina dove le donne vengono trattate peggio delle bestie ci saranno anche le femministe di “Non una di meno”, e fa nulla se là gli abusi sessuali sono tollerati; se lavora solo una donna su dieci; al diavolo se per i sanguinari di Gaza la peste suina «è stata colpa delle donne». (...)