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I nazisti rossi contro la Segre "agente sionista" ( e il Pd tace)

Chef Rubio in versione Carc anti Israele

Francesco Specchia
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Lo preferivamo prima, Gabriele Rubini in arte Chef Rubio. Quando, da Thomas Milian del docureality d’Italia, da “Er Monnezza” dei palinsesti più profondi, grondava ragù e ironia nel recensire in tv le trattorie dei camionisti.
Poi il cuoco è entrato nei Carc filopalestinesi (e questo è legittimo) e gli ha preso questa fissa di sterminare gli ebrei, di colpire i giornalisti - «devono temere per l’incolumità dei loro figli» - e, a Milano, l’altra sera, di «segnalare i muri delle case dove vivono gli agenti sionisti» (e questo è meno legittimo: sono gesti tipici dei nazisti e delle Brigate Rosse). Oggi Rubio, allontanato da Discovery e da ogni broadcast televisivo del regno, è stato denunciato per propaganda e istigazione e delinquere per motivi di discriminazione razziale dalla Digos in Procura. Ma resta divorato dallo stesso odio che ha divorato la manifestazione pro-Palestina dello scorso week end per le vie di Milano. Laddove, con atti e cori indicibili antiebrei si sventolavano cartelli in cui si leggeva «agente sionista» sopra il volto della senatrice a vita sopravvissuta all’Olocausto Liliana Segre; la quale Segre opponeva un’autoironia formidabile per essere una spia di 94 anni.

AGENTI SIONISTI Ma «agenti sionisti» erano pure il ministro della Difesa Guido Crosetto, l’ex presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, l’imprenditore Marco Carrai e il giornalista Francesco Giubilei.
Il tutto mentre, lì, nel mare di kefiah e pensieri al tritolo, si dedicava un minuto di silenzio alla memoria di Hassan Nasrallah, il pluriomicida leader Hezbollah ucciso da un bombardamento israeliano in Libano. Un minuto per onorare un genocida di stampo hitleriano; be’, è tanta roba. Oltre alla soppressione dell’idea naturale di democrazia, il fatto sottende un cambio di narrazione: manipolando via via la realtà, si cerca di indurre un ordine sociale nuovo. Il tutto mentre si mettevano sotto sorveglianza le sinagoghe, il Ghetto ebraico di Venezia, le università. Il tutto mentre, da Marzabotto, il Presidente Mattarella citava Primo Levi: «È accaduto, quindi può di nuovo accadere, se dimentichiamo» e, assieme al suo omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier, abbracciava le 770 vittime del nazifascismo. Da un lato l’inno alla pacificazione, dall’altro i nazistoidi rossi che, sul filo dell’attentato, estendevano l’augurio di genocidio non solo a Netanyahu (un po’ forte ma legittimo) ma a tutto il popolo ebraico (meno legittimo).
«Siamo a un passo dalla caccia all’ebreo» dice Walker Meghnagi, presidente della Comunità Ebraica milanese. Non che abbia tutti i torti.
Tecnicamente, si tratta di istigazione all’odio razziale. Infatti la Procura di Milano ha aperto un procedimento contro i manifestanti rivolti alla Segre. E uno street artist, AleXandro Palombo ha disegnato la Segre in divisa di Auschwitz e giubbotto antipriettile; e sono piovuti messaggi bipartisan di solidarietà alla senatrice, da Tajani a Salvini, da Bonelli alla Boldrini. Quest’ultima pur solidale, comunque accusava la destra di strumentalizzazione per «attaccare chiunque critichi le azioni criminale del governo israeliano a Gaza». Il problema non sarebbe, dunque, la possente ondata di antisemitismo milanese, che il quotidiano Repubblica nasconde sotto il pericolo dell’ «onda nera» delle elezioni austriache (su cui si può aprire un dibattito, ma è un altro paio di maniche). No, Il problema è la destra fascia.
Eppure sono mesi che la gente di Israele –la gente, non il governo- è sotto l’attacco di un odio spudorato e senza limiti. Per dire: la scrittrice Cecilia Parodi con la frase «odio tutti gli ebrei e gli israeliani» ed è stata indagata. E- scusate l’autocitazione- un tale Ugo Longhi, in un articolo terrapiattista, a suon d’insulto, ha perfino inserito il sottoscritto in un complotto sionista, contrapponendomi alla star di Hollywood Susan Sarandon. Fantastico. Ci mancano i Protocolli dei Savi di Sion, o Süss l’ebreo, e siamo in pieno Terzo Reich.

LATITANZA DEM Ma, in tutto ciò, quello che preoccupa è l’imperturbabilità della sinistra, specie la latitanza del Pd (da Conte un po’ te l’aspetti, da Avs pure). Elly Schlein, ieri sera, via agenzie stampa, denunciava: «Chiediamo un cessate il fuoco immediato in Libano. Bisogna porre fine a questa guerra che Netanyahu sta alimentando per la sua sopravvivenza politica».
Era la denuncia sbagliata. Anzi, più che sbagliata, monca.
Ok le prese di posizioni sul Libano. Ma nessuna vibrata condanna contro l’antisemitismo dei nazisti in kefiah. Come ai tempi del silenzio su, appunto, la razzistissima Cecilia Parodi.
O sul caso del Pd transfuga Daniele Nahum, che spiegava: «Me ne sono andato in polemica coi dem che non prendevano le distanze da certi slogan e cortei di piazza. Ma così si fomentano l’odio e il clima anti-ebrei». Gli diamo una notizia: l’odio è già fomentato, l’incendio già appiccato...

 

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