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La sinistra condanna la strage del 1944 e non i nazisti di oggi

Fausto Carioti
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Ci sono giorni, come ieri, in cui è giusto voltarsi indietro, guardare ciò che è accaduto e riflettere. Ottocento furono uccisi tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944 dai nazisti a Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi.

Poco meno di duecento erano bambini, neanche i sacerdoti furono risparmiati. Sergio Mattarella, tornato nei luoghi dell’eccidio insieme al presidente tedesco Frank -Walter Steinmeier, ha ragione quando dice che «i fantasmi dell’orrore non hanno lasciato la Storia». E coglie il punto più importante quando ammonisce che «sbagliamo se pensiamo che il razzismo, l’antisemitismo, il nazionalismo aggressivo, la volontà di supremazia, siano di un passato che non ci appartiene». 

Le prove di quanto ciò sia vero si trovano da molte parti, anche non lontano da lì. Alla manifestazione di Milano, sabato, sono apparsi cartelli con la scritta «Agente sionista», accanto ai volti di Liliana Segre, Guido Crosetto, Marco Carrai e altri. E il riscaldamento muscolare in vista di ciò che intendono fare il 5 ottobre a Roma, nel corteo vietato dal questore eppure confermato dagli antisionisti filo-palestinesi, che intendono festeggiare lì, due giorni in anticipo, l’anniversario di un’altra strage, quella compiuta un anno fa in Israele. (...)

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