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Referendum cittadinanza, Laura Boldrini surreale: "La maggioranza di ultradestra ci volta le spalle"

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La sinistra cavalca la raccolta firme online per la legge sulla cittadinanza: la proposta è quella di dimezzare i tempi per la concessione della cittadinanza stessa, portandola a 5 anni dagli attuali dieci. Una raccolta firme - oltre 500mila - su cui ci sono diversi dubbi in chiave referendaria, così come ci sono molti dubbi sull'ammissibilità del referendum stesso.

Ma tant'è, le forze progressiste gridano al miracolo e chiedono di intervenire subito così come da loro invocato. La risposta del governo, per bocca del premier Giorgia Meloni, però è stata netta: "La proposta su cui sono state raccolte le firme - ha affermato da New York a margine dell'Assemblea generale Onu - propone di dimezzare i tempi per la concessione della cittadinanza. Io penso che il termine dei dieci anni sia congruo, penso che l'Italia abbia un'ottima legge sulla cittadinanza, penso che sia dimostrato dal fatto che siamo tra le nazioni europee che concedono ogni anno il maggior numero di cittadinanze agli stranieri. Non ne ravvedo la necessità poi se c'è un referendum quella è democrazia, devono decidere gli italiani e io ho sempre rispetto di quello che decidono gli italiani", ha tagliato corto il presidente del Consiglio.

Parole, quelle della Meloni, che hanno subito innescato la levata di scudi della sinistra. Una levata di scudi curiosa: non si capisce perché il governo dovrebbe dar seguito a una legge per la quale non si è mai schierato a favore. E ancora, non si capiscono gli strali di una sinistra che ha governato nella gran parte dell'ultimo decennio senza mai intervenire sul punto.

Eppure le accuse si inseguono senza soluzione di continuità. E tra chi accusa, ecco spiccare Laura Boldrini, che per commentare la vicenda usa parole che lasciano di stucco. "Oggi la maggioranza di ultradestra ha bocciato la nostra mozione sulla cittadinanza che conteneva due proposte - premette l'ex presidente della Camera -: lo ius soli per le bambine e i bambini nati in Italia da genitori stranieri che risiedano regolarmente sul nostro territorio da almeno un anno; e lo ius culturae che permetterebbe l'acquisizione della cittadinanza dopo 5 anni di frequenza delle scuole italiane, inclusa la scuola dell'infanzia che fa parte, a pieno titolo del percorso di formazione delle bambine e dei bambini. Una maggioranza e un governo che voltano le spalle alla grande mobilitazione che ha raccolto 500mila firme per il referendum, cittadinanza in pochissimi giorni - prosegue -. L'Italia ha una storia ricchissima di incroci di popoli che l'ha resa un Paese con una cultura composita e vasta. Checché ne dica questa ultradestra, arroccarsi su una legge del 1992 superata dai fatti è miope e impedisce all'Italia di svilupparsi e arricchirsi", conclude una Laura Boldrini profondamente stupita dal fatto che chi non la pensa come lei semplicemente non faccia quel che lei invoca.

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