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Giorgia Meloni, il discorso all'Onu: "Il destino ci sfida, l'Italia è pronta a fare la sua parte"

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Sull'Ucraina "la linea non cambia". "Imperativo" il cessate il fuoco al Gaza e il contemporaneo rilascio degli ostaggi israeliani ancora in mano ad Hamas. E "l'Italia è pronta a fare la sua parte", perché "il destino ci sfida". Giorgia Meloni interviene all'Assemblea generale dell'Onu a New York e mette tutte le carte in tavola in 15 minuti di discorso

Si chiude così la tre giorni americana della premier, con un "bilancio positivo". Nell'aula del Palazzo di Vetro la presidente del Consiglio chiarisce subito: questa "è un'epoca molto complessa che impone di ragionare in modo completamente nuovo, un'epoca in cui la 'ferita' dell'attacco russo all'Ucraina ha minato il sistema internazionale e sta avendo effetti destabilizzanti ben oltre i confini di quella guerra e come un domino riaccende e fa detonare altri conflitti". Tutto è legato, insomma, tutto si tiene in un contesto di fluidità pericolosissimo. 

 

 

 

Alle Nazioni unite Meloni conferma quanto detto poco prima al presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un faccia a faccia riservato, a cui è seguito quello con il presidente turco Erdogan che potrebbe essere il mediatore privilegiato tra Kiev e Vladimir Putin: "Non possiamo voltarci dall'altra parte", ribadendo il "convinto sostegno alla legittima difesa dell'Ucraina". L'obiettivo deve essere una pace "giusta e duratura". 

Il Medio Oriente continua a bruciare, con l'incendio che da Gaza si è diffuso in Libano: "Affermiamo il diritto dello Stato di Israele di difendersi da attacchi esterni, come quello orribile del 7 ottobre scorso, ma allo stesso tempo chiediamo a Israele di rispettare il diritto internazionale, tutelando la popolazione civile, anch'essa vittima in gran parte di Hamas e delle sue scelte distruttive - sottolinea la premier italiana -. E seguendo lo stesso ragionamento sosteniamo, ovviamente, anche il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato. Ma affinché questo possa vedere presto la luce è necessario che i palestinesi lo affidino a una leadership ispirata al dialogo, alla stabilizzazione del Medio Oriente e all'autonomia".

 

 

 

Sul tavolo c'è anche la riforma dell'Onu. Uno scenario prevederebbe una sorta di divisione dei Paesi in "Serie A" e "Serie B", con l'Italia inserita in questa seconda fascia, con meno potere e meno peso. "L'Italia è convinta che qualunque revisione dell'architettura di funzionamento delle Nazioni Unite, a partire dal Consiglio di Sicurezza, non possa prescindere dai principi di eguaglianza, democraticità e rappresentatività. Sarebbe un errore creare nuove gerarchie, con nuovi seggi permanenti. Siamo aperti a discutere la riforma senza alcun pregiudizio, ma vogliamo una riforma che serva a rappresentare meglio tutti, non a rappresentare meglio alcuni".

Dopo l'incontro con Elon Musk, patron di X e di Tesla e tra gli imprenditori più "visionari" al mondo, Meloni non può affrontare un tema centrale per il presente e per il futuro, quello dell'intelligenza artificiale: "Assistiamo al suo dirompente avvento, una rivoluzione che pone interrogativi del tutto inediti. Anche se non sono certa che sia corretto chiamarla intelligenza. Perché intelligente è chi fa le domande, non chi dà le risposte processando i dati. In ogni caso, si tratta di una tecnologia che, a differenza di tutte quelle che abbiamo visto nel corso della storia, disegna un mondo nel quale il progresso non ottimizza più le competenze umane, ma può sostituirle, con conseguenze che rischiano di essere drammatiche soprattutto nel mercato del lavoro, verticalizzando e concentrando sempre di più la ricchezza. Non a caso l’Italia ha voluto che questo tema fosse al centro dell’agenda della sua presidenza del G7, perché vogliamo fare la nostra parte nella definizione di una governance globale dell'intelligenza artificiale, capace di conciliare innovazione, diritti, lavoro, proprietà intellettuale, libertà di espressione, democrazia".

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