Ghali, Zerocalcare, Zaki: l'armata vip per il referendum sulla cittadinanza
Ecco, sono arrivati i “pezzi grossi”. Ghali, il cantante che si atteggia ad agit-prop del movimento pro-palestinesi, quello che accusa l’ambiente musicale di non mobilitarsi abbastanza a favore di Gaza e contro Israele (come se uno dovesse per forza pensarla come lui): lui ha lanciato l’appello sui suoi canali social. E poi Zerocalcare, il fumettaro ora compagno di Ilaria Salis nella campagna “anti-carcere”, che ha preferito il video.
Tutti e due impegnatissimi per sostenere la raccolta di firme che vorrebbe portare al cosiddetto “referendum sulla cittadinanza”, quello proposto all’inizio di settembre da Riccardo Magi di +Europa (a cui poi si sono aggiunti diversi altri partiti e associazioni) in base al quale verrebbero ridotti da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza italiana che, una volta ottenuta, sarebbe poi automaticamente trasmessa ai propri figli e alle proprie figlie minorenni.
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C’è da dire che l’iniziativa è riuscita a riunire tutto il catalogo della sinistra - diciamo così - movimentista: da Roberto Saviano a Patrick Zaki, da Mimmo Lucano allo storico Alessandro Barbero, e poi la pattuglia di cantanti - Malika Ayane, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, Levante, Dargen D’Amico, Paola Turci - e poi attori come Giobbe Covatta e Ascanio Celestini, e il regista Matteo Garrone. Il quadro è chiaro, insomma.
A quanto sostiene il comitato promotore, la petizione è già arrivata a superare le 300mila firme, tanto che il sito internet nel quale vengono raccolte le firme stesse - una piattaforma messa a disposizione del ministero della Giustizia - è andato in tilt «per i troppi accessi». Cosa che ha fatto arrabbiare lo stesso Magi, secondo il quale si tratta di una «gravissima inefficienza» ovviamente addebitata al ministero (che non c’entra nulla, come il ministero stesso ha subito rimarcato).
L’obiettivo, comunque, resta quello di arrivare a 500mila entro la fine di settembre: se questa cifra dovesse essere raggiunta, e se tutto fosse regolarmente vidimato, il referendum potrebbe in effetti essere indetto la prossima primavera. Ragion per cui si stanno muovendo anche i leader di opposizione, che si uniscono dunque alla brigata di “artisti e intellettuali”: da Elly Schlein (con altri parlamentare dem, fra cui spicca il mai rimpianto ex ministro Roberto Speranza) agli immancabili Fratoianni & Bonelli. Fino anche a Matteo Renzi, che proprio ieri ha annunciato la sua adesione sul suo canale informativo eNews, invitando gli iscritti a seguire il suo esempio.