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Cafiero De Raho, il grillino incollato alla poltrona: dossieraggio, l'ultimo scandalo

Andrea Valle
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Se lo scenario non fosse inquietante sarebbe tutto da ridere. Siamo alla tragicommedia. Nel silenzio della stampa è in corso il caso di un sottoufficiale della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, per anni alla Procura nazionale antimafia, che è accusato di aver compiuto circa 40mila accessi illegali a banche dati riservate.

Lo scopo – questa l’accusa – era di redigere dossier contro personalità, quasi tutte di centrodestra. Ecco: tutto ciò sarebbe avvenuto quando al vertice della Procura antimafia c’era Federico Cafiero De Raho, poi diventato parlamentare dei 5Stelle, e oggi vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia che deve occuparsi della faccenda. Motivi quantomeno di opportunità vorrebbero che il De Raho si sottraesse a questo compito, che facesse un passo indietro. E invece non ne ha alcuna intenzione. Ieri Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia e componente della Commissione Antimafia ha tuonato: «La vicenda Cafiero De Raho deve trovare una soluzione, all’insegna del rispetto della legalità e della trasparenza. Cafiero De Raho deve lasciare la Commissione antimafia.

 

 

 

Da ex procuratore nazionale antimafia non può partecipare a una verifica che riguarda anche la fase in cui era lui a guidare l’organismo di via Giulia. Cerca di giocare sulle date», ha aggiunto Gasparri, «dice che alcune attività di Striano sono avvenute dopo il suo mandato, ma i problemi c’erano anche prima e lui ci deve anche spiegare alcune circostanze. Striano operava con lui a Reggio Calabria quando era procuratore in quella città. Poi Striano arriva alla Procura nazionale antimafia insieme a lui. E Cafiero De Raho firma note caratteristiche di grande elogio a Striano. Ribadisco», ha incalzato Gasparri, «che c’è, quantomeno, una culpa in vigilando. Ma rimanere in Commissione antimafia leggendo atti riservati, che riguardano indagini che interessano anche la Procura nazionale antimafia che lui guidò, partecipare alle audizioni, incidere sul calendario dei lavori, mandare a dire a mezzo stampa che Striano potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere, sono tutti fatti che costituiscono violazioni gravissime. Il comportamento di Cafiero De Raho è disonorevole. La complicità politica del suo gruppo politico è deprecabile. I presidenti di Camera e Senato devono intervenire su questa palese violazione. Io non sono disposto a tollerarla. E non consentirò», ha concluso il senatore forzista, «che questo scempio prosegua in Commissione antimafia. Lo sto dicendo pubblicamente, ognuno ne tragga le conseguenze. Agirò in termini di rispetto dei principi fondamentali che regolano l'attività del libero e democratico Parlamento».

 

 

 

A stretto giro la risposta dei 5Stelle, affidata a Luigi Nave, capogruppo pentastellato in Commissione antimafia: «Gasparri sembra non avere altro da fare, con l’abituale comunicato imbottito di falsità, contumelie, insinuazioni. Da mesi assistiamo senza quasi mai replicare a inusitati attacchi, violenze verbali, offese gratuite». Lontani i tempi in cui i grillini gridavano alla trasparenza...

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