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Zuppi e Cei rispolverano il ramo d'ulivo perché ci sono in gioco scuole e soldi

Fausto Carioti
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Ogni rosario ha i suoi misteri, ma quelli del cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, sono meno imperscrutabili di altri. Ieri il capo dei vescovi è intervenuto ad un convegno sull’istruzione organizzato dai superiori degli ordini e delle congregazioni. Tema al quale la Chiesa è sensibilissima: le scuole cattoliche in Italia, che sono 7.800 (il 63% delle paritarie) e forniscono a tutti gli effetti un servizio pubblico garantendo l’istruzione a mezzo milione di bambini e ragazzi, senza il sostegno dello Stato chiuderebbero da un giorno all’altro.

Il governo Meloni non si è certo mostrato insensibile al loro grido di dolore: i contributi che erano già previsti sono stati aumentati e lo scorso anno, tra stanziamenti strutturali e bonifici una tantum, il totale concesso alle paritarie è arrivato alla cifra record di 676 milioni di euro. Ai quali bisogna aggiungere la generosità dei concorsi e dei criteri adottati dal governo per l’assunzione di 6.400 insegnanti di religione nella scuola pubblica. (...)

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