Crosetto contro il Pd: "Sono stupito e incredulo", una nota durissima
"Leggo stupito e incredulo che i componenti del gruppo del Pd in commissione Antimafia hanno deciso di considerare come mie prese di posizione ufficiali parole riferite da miei presunti interlocutori e che sono alla base di un retroscena giornalistico pubblicato oggi sul quotidiano La Repubblica": il ministro della Difesa Guido Crosetto lo scrive in una nota stampa da cui traspare tutto il suo sconcerto. Poi aggiunge: "Ma non basta, la nota del Pd riesce anche a distorcere le mie presunte considerazioni per poter chiedere un intervento in aula del Pdc sulla sicurezza nazionale. Siamo alla follia e al delirio".
"Da giorni - prosegue il ministro - esponenti politici, giornali e commentatori stanno speculando su una denuncia molto circostanziata che ho fatto mesi fa alla magistratura e che oggi è l’epicentro di un’inchiesta seria e puntuale, quella sui dossieraggi da mesi in mano al procuratore della Repubblica di Perugia, Cantone, il quale ha parlato, proprio in sede di commissione Antimafia, quindi davanti a tutti loro, di 'numeri preoccupanti, inquietanti e mostruosi' e che ha avuto la gentilezza di ringraziarmi, sempre in quella sede, sottolineando come: 'Abbiamo sentito due volte il ministro Crosetto, che va ringraziato per la scelta di rivolgersi all’autorità giudiziaria consentendo di scoprire quello che è un vero e proprio verminaio'".
Secondo Crosetto, dunque, "il Pd cerca di stravolgere fatti precisi e circostanziati, riferiti ad un magistrato, e non al bar, spacciandole come parole fuori posto. Come si permettono di commentare in modo così strumentale la denuncia - coraggiosa, come molti hanno detto - all’autorità giudiziaria da parte di un cittadino, pro tempore Ministro, su una vicenda così torbida e pericolosa?". E ancora: "Mi pare evidente che io non abbia nulla da dire o che nulla io possa dire su una denuncia e un’inchiesta in corso che ha i suoi tempi e su attività ed episodi che ho considerato così gravi al punto di spingermi a denunciarle a un magistrato. Da altri, e non certo da me, sono fuoriusciti verbali, dichiarazioni, mezze frasi alternate a mezze verità, gossip e retroscena. Io ho finora evitato commenti e parole sul tema. Da vero garantista, difendo sempre il segreto istruttorio, oltre che, ovviamente, i diritti degli imputati (anche se accusati dalle mie denunce) e il lavoro dei magistrati".
Il ministro si è poi detto sorpreso dal fatto che un partito come il Pd "non sia minimamente interessato o scandalizzato da una vicenda (quella dei dossier) che una personalità come Luciano Violante ha definito gravissima. Il Pd, invece, cerca di nasconderla con una polemica pretestuosa solo per attaccare me e il governo. Io rispondo di ciò che dico e faccio e non dei retroscena giornalistici. Ciò detto, se l’interesse del Pd è davvero la verità, sarò ben lieto di dire tutto ciò che ho riferito a Cantone al Copasir, ovvero in una sede vincolata al segreto, dove si scoprirà che non c’è, né ci sarà, mai nulla su cui poter fare speculazione politica o inventare contrasti nel Governo, ma solo circostanze serie e circostanziate che ogni cittadino ha il dovere di denunciare".