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Simonetta Matone smaschera l'assessore di AvS che occupò un immobile Inps

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Francesco Storace
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Sono pure permalosi, i compagni di Avs, l’alleanza che mette assieme le teste più calde della politica, quelle che reclutano Bonelli e Fratoianni per fregiarsi del titolo di estrema sinistra. Simonetta Matone, ex magistrato e oggi deputato della Lega, ne ha pizzicato un altro di quelli che rivendicano le occupazioni di casa e per premio gli hanno dato un assessorato a Roma. La zona è quella del terzo municipio, lì Luca Blasi – questo il nome del prestigioso compagno – è al “governo” del territorio, da quelle parti Avs ha tenuto la propria festa. E a far da protagonista della kermesse anche il compagno assessore. Piccoli Salis crescono, ha commentato amaramente la Matone nell’apprendere del prestigioso curriculum del sinistro in questione. Che poi è lo stesso personaggio che applaudì i compagni del suo quartiere – che è nel collegio elettorale della deputata leghista – quando alla commemorazione del delitto Verbano bruciarono un manichino raffigurante Giorgia Meloni. Blasi è fatto così.

La legge, per rispettarla, deve andare bene a lui e così si è vantato di aver occupato un immobile Inps. Dice la Matone: «Nel terzo Municipio di Roma, accade un fatto incredibile ma vero. Nella Giunta guidata dal Pd Marchionne, l’assessore alla Cultura e al Diritto ad abitare è un occupante abusivo , “reo confesso”, di un immobile Inps. Militante dei centri sociali, contrariamente ad Ilaria Salis ha preferito fare subito outing». Si tratta appunto di Luca Blasi. «A questo punto il Sindaco Gualtieri e il Presidente del Terzo Municipio – conclude la Matone - dovrebbero invitarlo a dare le dimissioni». Ovviamente, il pensiero non sfiora minimamente Blasi e i suoi compagni, che anzi insorgono contro la parlamentare di Salvini. Le rinfacciano – con ineguagliabile faccia tosta – proprio il processo di Palermo dove per il leader della Lega è stata chiesta dall’accusa una pena a sei annidi reclusione. Salvini imputato per aver difeso i confini del nostro Paese; Blasi orgoglioso per aver fatto propria una casa dell’istituto di previdenza sociale: proprio la stessa cosa... Un chiodo fisso, occupare le proprietà che non sono loro. Le considerano alla stregua di beni da confiscare, le sottraggono a chi magari aspetta il proprio turno nelle graduatorie degli alloggi pubblici, se non addirittura se ne impossessano quando il proprietario è fuori di casa.

 

 

E lui, l’assessore che occupa case, come si giustifica? Attaccando la Lega e la Matone, ovviamente: «Ho occupato quindici anni fa un alloggio abbandonato dall'Inps, una polemica vecchia di oltre un anno riciclata per attaccare chi vive in uno stato di emergenza abitativa. Non l’ho mai nascosto e non me ne vergogno, perché la precarietà non è una colpa e le nostre battaglie le abbiamo condotte sempre alla luce del sole». Chissà se la pagano, la luce... E poi il pianterello: «L’attacco – frigna Blasi- arriva proprio quando il governo di Giorgia Meloni, come ultimo atto delle sue politiche contro gli ultimi e i penultimi, si prepara a buttare in carcere chi occupa un immobile a scopo abitativo con il nuovo pacchetto sicurezza». Già, Palazzo Chigi non offre mazzi di fiori a chi occupa beni che non sono suoi. Ma dove l’hanno presa gente così, Bonelli, Fratoianni e soci? Blasi fa l’assessore, appunto. Dovrebbe praticare legalità, soprattutto perché rappresenta un partito in cui uno dei due leader – quello verde – un giorno sì e l’altro pure denuncia un avversario politico per il reato che gli attribuisce. Ma Blasi no. Bonelli non lo denuncerà.

 

 

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