Open Arms, Roberto Saviano torna all'attacco: "Salvini? Crimine per propaganda"
Dopo la richiesta di 6 anni di carcere per il Vicepremier e ministro Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito, cinque anni fa, lo sbarco dalla Open Arms di 147 migranti a Lampedusa,
Roberto Saviano è tornato all'attacco. Come suo solito, ha affidato il suo sfogo su Instagram dove in un video ha spiegato di aver ricevuto un'altra denuncia dal leader del Carroccio per un post pubblicato un anno fa. Saviano aveva scritto: "Carola Rackete per la giustizia italiana non ha mai speronato. Quando il ministro della mala vita smetterà di mentire?". Per quelle offese, il filosofo dovrà rispondere nelle sedi opportune.
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"Ieri il Nucleo Investigativo dei Carabinieri mi ha notificato l'ennesima querela da parte di Salvini", ha affermato il filosofo pubblicando a corredo la foto del documento, la notifica della querela. L’autore di Gomorra ha poi continuato: "La querela arriva per questo post dove portavo prove della menzogna". Per Saviano, i confini, "si difendono dal narcotraffico, i confini si difendono dai capitali criminali, non far sbarcare 147 naufraghi salvati da un'ambulanza del mare non è difendere confini è un crimine compiuto per propaganda". Insomma, lo scrittore sembra voler continuare con le offese , eppure, per quella che lui chiama libertà d'espressione fu condannata per aver diffamato Giorgia Meloni. Nel 2020, Roberto Saviano definì Giorgia Meloni "bastarda".
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