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Toti da Vespa, ecco tutta la verità sul patteggiamento: "Perché ho deciso di farlo"

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"Quello che ci ha fatto propendere per accettare una cosa che non avremmo mai voluto accettare è che la montagna ha partorito un topolino un poco gracile". Così Giovanni Toti, ex presidente della Regione Liguria, in un’intervista a Cinque minuti su Rai1, dopo aver chiesto il patteggiamento per corruzione impropria e finanziamento illecito. "Sono convinto che il mio arresto dipenda da molte cose che riguardano un modello Liguria, un modo di fare politica che ritengo francamente sarebbe utile al Paese e che altri non ritengono tale, ma che avrebbe provocato la caduta della Regione Liguria è stato scritto", ha aggiunto Toti.

Alla fine è stato riconosciuto un reato che, ha rimarcato l’ex governatore, "era molto minore rispetto alla narrazione di quest’estate, quando la Liguria sembrava la sentina di tutti i mali. Oggi finalmente almeno, con questo piccolo sacrificio, hanno riconosciuto che la politica ligure non ha aiutato nessuno, non ha fatto atti illegittimi e non si è finanziata in modo illegale". E sull'ipotesi di un ritorno in politica, Toti ha affermato: "Come si dice a Genova, abbiamo già dato. Mi sembra che alla politica io abbia pagato un tributo piuttosto alto. Abbiamo dato il meglio col ponte Morandi, abbiamo fatto il possibile col Covid, abbiamo portato infrastrutture che non si facevano da decenni e oggi non vedo statue equestri a Giovanni Toti, anzi, me ne vado un pochino amareggiato da una pur lievissima condanna dopo un’estate in cui sono stato descritto come una sorta di Al Capone - ha aggiunto -. Poi, mai dire mai: il tempo guarisce le ferite e cura tante delusioni".

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