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Gasparri inchioda Emiliano che fa lo gnorri, Puglia nel caos: "Un'altra pagina di vergogna"

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"Emiliano diventa protagonista di un’altra pagina di vergogna. Si apprende che a una società dei fratelli del governatore è stato assegnato un appalto del Consiglio regionale della Puglia per il valore di diverse decine di migliaia di euro. I protagonisti di questa vicenda sono Alessandro e Simonetta, fratello e sorella del presidente della Regione Puglia, che hanno fornito degli arredi della loro ditta alla Regione".

A tuonare è Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia. Le parole di Gasparri sono durissime: "Ovviamente Emiliano, invece di chiedere scusa e di andarsi a nascondere, fa pure l’offeso. Naturalmente non sapeva nulla, si erge quasi a parte lesa di questa vicenda che a suo dire poteva anche essere evitata. Ma con i fratelli si parla questo signore? O è una famiglia frantumata in cui l’uno non parla con l’altra? È una vergogna assoluta, ed è la conferma della condizione di totale impunità in cui si sente di agire Emiliano. Del resto lo abbiamo ben capito in recenti audizioni in Commissione Antimafia. Chi sa se il procuratore di Bari ha letto del ’bar’ fratelli Emiliano".

Infine l'affondo più pesante: "Ho detto più volte che ho ben capito da quell’audizione quali siano i rapporti e le situazioni pugliesi. Emiliano fa quasi l’indignato, mentre si dovrebbe andare a nascondere. Qui si parla ogni giorno dei parenti se appartengono al centrodestra. Invece i parenti di Emiliano o i parenti visitati da Emiliano sono intoccabili. Si tratta infatti dello stesso Emiliano che confessò candidamente di essere andato insieme a Decaro a casa della sorella del boss. La famiglia larga di Emiliano quindi evidentemente si estende non solo ai parenti del boss, ma anche a quella più tradizionale dei propri fratelli, che possono ricevere soldi dalla regione. Ci sarebbe da fare un esposto alla Procura della Repubblica, ma abbiamo ben visto in quell’audizione qual è lo spirito degli uffici giudiziari baresi. Emiliano si deve vergognare non gli daremo tregua".

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