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Ius Scholae, Forza Italia bidona il Pd? I compagni sbroccano: "Una farsa!"

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Tommaso Montesano
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Forza Italia blocca il centrosinistra sullo ius scholae e, insieme al resto del centrodestra, respinge gli emendamenti di Pd, Avs e Azione sulla riforma della legge sulla cittadinanza. I partiti del “campo largo” hanno provato a stanare gli azzurri approfittando del disegno di legge sulla sicurezza, un provvedimento omnibus dove sta finendo di tutto. Per provare a dividere la maggioranza, le forze di opposizione hanno portato in aula una serie di proposte che ricalcano, ma solo in parte, le posizioni azzurre in materia. Filo conduttore: sostituire l’attuale principio dello ius sanguinis con lo ius scholae, appunto.

Requisiti: la frequenza da parte del minore nato in Italia di un ciclo scolastico completo (si va da un minimo di cinque ad un massimo di dieci anni, come proposto da Azione mettendosi proprio in scia di Fi, che in estate aveva lanciato il tema). Per cercare di mettere in difficoltà gli azzurri, Avs ha anche chiesto di procedere con il voto segreto in occasione dell’esame dell’emendamento di Azione, quello più vicino alle posizioni del partito di Antonio Tajani. Richiesta respinta, tuttavia, dalla presidenza di turno della Camera, in quel momento guidata da Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.

 

 

 

«SOLO UNA PROVOCAZIONE»
Nell’aula di Montecitorio è stato Paolo Emilio Russo, capogruppo di Fi in commissione Affari costituzionali, a spiegare il motivo del «no» azzurro agli emendamenti (bocciati con 169 voti contrari, 126 favorevoli e tre astenuti dall’aula dopo il parere negativo del governo). Ci sono ragioni di metodo e di merito. Tanto per cominciare, è sbagliato lo strumento prescelto: «Siamo stati i primi a promuovere, questa estate, un confronto sul tema. Ma una riforma complessiva merita più considerazione di un emendamento inserito all’ultimo in un disegno di legge che, come si evince già dal nome, si occupa d’altro».

Non solo: «Larga parte delle proposte, presentate dai partiti del centrosinistra e di tutta l’opposizione, richiamano lo ius soli, un principio che non condividiamo, che non trova il favore non solo degli italiani, stando ai sondaggi, ma di nessuno dei partiti che compongono oggi la maggioranza». Partita chiusa, insomma. Almeno per il momento, visto che Fi continuerà a lavorare alla sua proposta che tra qualche settimana sarà portata all’attenzione prima di tutto degli altri partner della maggioranza, come spiega il capogruppo Maurizio Gasparri: «Condivideremo le proposte con il centrodestra senza abboccare alla provocazione di gruppi diversi e della sinistra».

Provocazione come quella di ieri, naturalmente, visto che subito dopo il voto i partiti del centrosinistra si sono scatenati contro gli azzurri. Carlo Calenda, leader di Azione, ha parlato di «presa in giro degli eletotri» da parte di Fi, bollata come «ruota di scorta di Meloni». Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha accusato gli azzurri, questa estate, di aver alimentato «una farsa». Il Pd ha denunciato l’«ennesima pagina di ipocrisia».

LE MOSSE IN AULA
In realtà quello di ieri, come dimostrato dalle dichiarazioni in pressing del Pd prima del voto, era solo un modo per cercare di mettere in imbarazzo la maggioranza. «La nostra posizione è perfino più rigida della legge vigente», precisa Gasparri pensando alla proposta che sta per essere elaborata dal partito. «Fino ad oggi se a 18 anni si presenta la domanda (di cittadinanza, ndr), nessuno verifica se hai frequentato la scuola, se ti sei integrato o sei un bravo cittadino». Mentre lo ius scholae «prevede il compimento di un ciclo di studi di dieci anni ed una verifica del livello di conoscenza della lingua e dei principi fondamentali del diritto per acquisire la cittadinanza italiana».

Forza Italia, poi, sta pensando di mettere mano - in senso restrittivo - anche al caso degli oriundi, ossia i residenti all’estero di origine italiana che possono accedere alla cittadinanza: «Il critierio delle origini deve essere più selettivo». Poi sul testo bisognerà trovare un’intesa nella maggioranza, dove la Lega chiude ogni spiraglio, ma questa è un’altra storia. Il campo largo non si arrende. Stamattina, a inizio seduta, a Montecitorio si svolgerà la votazione sulla richiesta di esame con urgenza delle proposte di legge delle opposizioni sulla cittadinanza (una di Vittoria Baldino, M5S, l’altra di Ettore Rosato di Azione). E la prossima settimana sul “dossier” è in calendario il voto sulla mozione parlamentare del Pd.

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