Ilaria Salis vieta l'ingresso ai giornalisti italiani
Ilaria Salis finora aveva adottato uno stile comunicativo più da tiktoker che da politica, scegliendo quasi sempre di affidare le sue uscite a Instagram o Twitter. Per questo la conferenza stampa di ieri - che si è svolta presso l’associazione stampa estera di Milano – rappresentava comunque un evento insolito per l’ex galeotta brianzola. E un sospetto sul perché l’onorevole abbia scelto quella sede ci è venuto quando al termine dell’ultimo intervento è scoppiato un fragoroso applauso da parte dei presenti: un altro evento insolito per questo genere di cose.
Quel che spiace è che ai giornalisti delle testate italiane non sia stato permesso di entrare in sala a fare domande o quantomeno a seguire il “dibattito”, non consentendo così al nostro inviato – Tommaso Montesano - almeno di scegliere se unirsi o meno all’ovazione per l’anarchica con la passione per le abitazioni altrui. In altre parole, l’Italia è quel posto dove chi come Ilaria Salis si fregia del titolo di attivista per i diritti civili, compie azioni altamente democratiche come impedire le domande dei giornalisti poco graditi. E poi magari corre a sventolare classifiche sul rapporto tra potere e media dove immancabilmente partono attacchi al Centrodestra sul “rischio regime”.
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Ci chiediamo a questo punto cosa dovremmo fare o dove dovremmo andare per provare a fare una semplice domanda alla nostra europarlamentare. Nei luoghi istituzionali abbiamo visto che ci isola. Aspettarla pazientemente all’uscita da casa può essere complicato: non sappiamo se finalmente si sia trasferita in un appartamento di sua proprietà (ieri tra le varie cose ha detto di volersi occupare della questione abitativa...) e il padre Roberto ha già minacciato di denunciare i cronisti che si sono appostati sotto il suo palazzo, dove la figlia fino a poco tempo fa risultava residente. Per il resto, l’abbiamo vista in pubblico al congresso di Sinistra Italiana, ma anche lì l’antifascista militante si era limitata a pronunciare il suo discorsetto. È la passione della sinistra per i monologhi. D’altra parte Ilaria è una maestra e sale in cattedra. Un giorno forse tornerà a insegnare ai nostri figli diritto civile.
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