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Maria Rosaria Boccia, l'ipotesi di una talpa al Mic: "Così ha saputo delle dimissioni..."

Andrea Muzzolon
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Al Ministero della Cultura mancava solo la talpa. O la spia, chiamatela come preferite e vi pare più adeguato. Maria Rosaria Boccia ha deciso di scommettere tutte le sue fiche nell’offensiva all’ormai ex ministro Sangiuliano e, fino alle dimissioni di quest’ultimo, ha giocato la sua partita con intelligenza. Una strategia fatta di screenshot di vecchie chat, mail, documenti... Ma anche foto taroccate e geolocalizzazioni ballerine. Il tutto spiattellato sui social per incalzare Sangiuliano e dettare i tempi della telenovela senza bisogno di intermediari. Lei doveva avere il coltello dalla parte del manico. E diciamocelo, si era preparata bene. Difficile credere che sia stato tutto frutto dell’improvvisazione del momento. Anche perché appare evidente che la partita della Boccia sia iniziata molto prima della deflagrazione della querelle amorosa. Per mesi, per tutto il tempo che è stata al fianco di Sangiuliano, ha tessuto la sua tela: ha ascoltato, stretto mani e coltivato contatti.

Registrato con i suoi Ray Ban ultimo modello, osservato e capito come muoversi nei corridoi del potere. E, nel periodo che ha bazzicato al MiC, qualche amico dev’esserselo fatta. La conferma arriva direttamente da Federico Monga, vicedirettore de La Stampa, che ha raccontato alcuni retroscena sull’intervista che ha realizzato alla fu consulente del ministro della Cultura. La descrive come una «veloce, con la testa, molto sveglia e molto pronta». Ma, fino a qui, nulla di incredibile. Del resto, che abbia provato a fare la furba è evidente a tutta Italia. Il giornalista della Stampa, che ha avuto modo di confrontarsi con lei per diverse volte, ha raccontato che «alle volte uno ha il sospetto che un po’ millanti», aggiungendo però di voler raccontare una fatto singolare che lo ha impressionato molto. «Mi sono trovato, nel momento in cui è arrivata la notizia delle dimissioni di Sangiuliano, a essere al telefono con Maria Rosaria Boccia», ha raccontato Monga.

«La cosa che mi ha colpito- continua il vicedirettore - è che lei ha ricevuto il documento sulla sua mail, la famosa lettera». Come tanti giornalisti e addetti ai lavori penserete voi. E invece no, tutto in anteprima, in anticipo rispetto a qualsiasi organo di stampa. «L’ha avuta prima ancora che alle agenzie. Lei ha detto “Mi è arrivata dal Ministero”». E ciò che significa? «Il che vuol dire che ancora continua ad avere dei contatti all’interno» ha detto Monga, visibilmente colpito dalle trame della Boccia. Ma se ciò che riferisce fosse vero - e non abbiamo motivi di credere il contrario- vuol dire che c’è ancora una, o chissà quante talpe che passano informazioni alla Boccia sottobanco. E, con la partita contro Sangiuliano ancora aperta, nonostante al MiC si sia già insediato Alessandro Giuli, l’influencer-consigliera potrebbe aver accesso ad altro materiale utile per continuare la sua crociata.

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