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Maria Rosaria Boccia passa all'incasso: un post può valere 4mila euro

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Da quando Maria Rosaria Boccia è salita alla ribalta grazie al caso che l'ha vista coinvolta insieme all'ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano è diventata a tutti gli effetti una celebrity. Richiestissima dai più importanti organi di stampa progressisti del nostro Paese. Cercata dai talk show politici come se fosse un capo di Stato. Ma, forse, la sua più grande fortuna è stata la crescente popolarità che sta riscontrando sui suoi profili social. E non potrebbe essere altrimenti. In fondo, tutta la vicenda Sangiuliano si è consumata sul suo Instagram, grazie alle storie pubblicate a ritmo di influencer.

Da che la Boccia aveva contava solo 20mila followers su Instagram, ha sfondato da qualche giorno il muro dei 100mila. E non sembra intenzionata a fermarsi qui. Parlando di ritorno economico, quanto frutta a lady Pompei un suo post pubblicato sui social? Come scrive sul Tempo Domenico Giordano, analista di Arcadiacom.it, "Maria Rosaria Boccia potrebbe vendere alle aziende che la volessero ingaggiare come influencer dei loro prodotti la pubblicazione di un singolo post dai 1000 ai 4000 euro". Discorso diverso le per le sue celebri storie. "Mentre per ogni singola storia, che ricordiamolo rimane visibile sull'account per 24 ore - ha precisato Giordano -, il listino prezzi potrebbe fruttarle un incasso dai 250 ai 1.000 euro".

 

Di tutta questa faccenda, non va dimenticato il ruolo giocato da media e giornalisti di spicco. Se non avessero portato sul palmo della mano Maria Rosaria Boccia, forse non avrebbe avuto la possibilità di costruirsi un mini impero social volto a incrementare la sua popolarità e, al contempo, il proprio guadagno. "Questo listino, ipotetico, ha anche beneficiato delle valutazioni, queste sì molto approssimative e poco fondate, dei diversi opinionisti e giornalisti che nei talk televisivi hanno esaltato le pseudo qualità di comunicatrice social esperta e preparata della Boccia - ha ricordato l'analista -, non sulla base di comprovate capacità o esperienze verificate, ma per il solo fatto di aver inzuppato le proprie stories Instagram di momenti, frammenti ed episodi che nella normalità di questo lavoro - ha poi concluso - sarebbero dovute rimanere private".

 

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