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Sangiuliano si dimette: "Ho toccato un nervo sensibile, molte inimicizie"

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"Sono consapevole di aver toccato un nervo sensibile e di essermi attirato molte inimicizie avendo scelto di rivedere il sistema dei contributi al cinema ricercando più efficienza e meno sprechi. Questo lavoro non può essere macchiato e soprattutto fermato da questioni di gossip. Le Istituzioni sono un valore troppo alto e non devono sottostare alle ragioni dei singoli". Sta in questo passaggio, forse, il senso delle dimissioni di Gennaro Sangiuliano da ministro della Cultura. 

Un passo indietro invocato da giorni dalle opposizioni, respinto 48 ore fa dalla stessa premier Giorgia Meloni in un faccia a faccia a Palazzo Chigi ma reso obbligato, di fatto, dallo stillicidio quotidiano di dichiarazioni, allusioni e velate minacce da parte di Maria Rosaria Boccia, l'influencer di Pompei che ha fatto capitolare il ministro. L'affaire è noto: Sangiuliano e Boccia hanno una relazione, lui la propone per un ruolo da consigliera per l'organizzazione dei grandi eventi, in ballo c'è anche l'atteso G7 di Napoli (con tappa a Pompei). Poi, a inizio agosto, la nomina salta. E pochi giorni dopo, dopo aver inondato Instagram di foto insieme, la Boccia ringrazia Sangiuliano per l'incarico, in realtà già saltato. Qui si apre il caso: a che titolo la signora, sconosciuta ai più, sarebbe stata scelta? 

 

 

 

Seguono smentite, conferme, imbarazzi, con la Boccia che continua a pubblicare foto e storie sostenendo che ogni suoi spostamento, viaggio, soggiorno sia stato pagato dal Ministero. Sangiuliano smentisce categoricamente, e lo fa anche ora nella lettera di dimissioni. La Boccia, nell'intervista a La Stampa pubblicata questa mattina, ribadisce un concetto pesante (che probabilmente le farà guadagnare una denuncia): il ministro sarebbe "ricattabile", tirando in ballo anche altri esponenti del governo di cui sostiene aver ascolto le conversazioni private. Sangiuliano nega di averla messa a conoscenza di notizie o atti riservati, a cominciare dalle questioni di sicurezza relative al G7. Politicamente, il caso è decisamente meno pesante rispetto a quanto non lo sia per il ministro e sua moglie a livello umano e privato. Ma il sospetto che la Boccia possa continuare a bombardare non solo il titolare della Cultura, ma pure il governo ha evidentemente indotto Sangiuliano ad alzare bandiera bianca.  

 

 

 

"Qui è in gioco la mia onorabilità e giudico importante poter agire per dimostrare la mia assoluta trasparenza e correttezza, senza coinvolgere il Governo", si legge nella lettera di dimissioni irrevocabili inviata a Meloni. "Andrò fino in fondo per verificare se alla vicenda abbiano concorso interessi diversi e agirò contro chi ha pubblicato fake news in questi giorni". Un riferimento, velato, ai sospetti di "complotti" ai suoi danni. Complotti e ricatti che secondo la Boccia, peraltro, verrebbero da soggetti terzi. "Sono fiero dei risultati raggiunti sulle politiche culturali in questi quasi due anni di governo", scrive il ministro alla premier, elencando i principali obiettivi ottenuti, dall'apertura dei musei durante le ferie alle grandi mostre. "Questo lavoro - sottolinea Sangiuliano - non può essere macchiato e soprattutto fermato da questioni di gossip. Le istituzioni sono un valore troppo alto e non devono sottostare alle ragioni dei singoli. Io ho bisogno di tranquillità personale, di stare accanto a mia moglie che amo, ma soprattutto di avere le mani libere per agire in tutte le sedi legali contro chi mi ha procurato questo danno, a cominciare da un imminente esposto alla Procura della Repubblica, che intendo presentare".

Sangiuliano lascia trasparire un dubbio: chissà che anche nel mondo della Cultura italiana qualcuno non abbia spinto sull'acceleratore per mettere in difficoltà un ministro "straniero". Non a caso, tra i suoi successi sottolinea "l'aver messo fine alla vergogna tutta italiana dei musei e dei siti culturali chiusi durante i periodi di ferie, aver incrementato in appena un anno il numero dei visitatori dei musei (più 22 per cento) e gli incassi degli stessi (più 33 per cento). A dicembre a Milano aprirà palazzo Citterio acquistato dal ministero nei primi anni Settanta e poi rimasto inutilizzato per decenni. Sono ben avvianti grandi progetti come l'ex Albergo dei Poveri di Napoli, l'ampliamento degli Uffizi in altre sedi e l'investimento per la Biennale di Venezia. Per la prima volta in Italia sono state organizzate grandi mostre su autori e personaggi storici che la sinistra aveva ignorato per ragioni ideologiche. Sono consapevole, inoltre, di aver toccato un nervo sensibile e di essermi attirato molte inimicizie avendo scelto di rivedere il sistema dei contributi al cinema ricercando più efficienza e meno sprechi. Questo lavoro non può essere macchiato e soprattutto fermato da questioni di gossip.le Istituzioni sono un valore troppo alto e non devono sottostare alle ragioni dei singoli".

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