Laura Boldrini, sparata sul caso Sangiuliano: "In ballo c'è la sicurezza nazionale"
Vi proponiamo l'articolo di Fabio Rubini su Libero di venerdì 6 settembre, precedente alle dimissioni di Gennaro Sangiuliano
Fossimo in Elly Schlein saremmo piuttosto preoccupati della piega che sta prendendo la vicenda Boccia-Sangiuliano. La furia cieca con la quale la sinistra si sta scagliando contro il ministro della Cultura, rischia infatti di consegnare al Paese una nuova eroina-leader della sinistra: Rosaria Boccia. Sì, proprio lei, la pasionaria di Pompei che da ieri incarna ufficialmente la lotta contro il «maschilismo più vecchio e becero». Parola di Valeria Valente, senatrice del Pd, che in lungo post su Facebook spiega la sua teoria. Tenetevi forte.
«La telenovela Sangiuliano-Boccia è emblematica di relazioni personali e di potere imperniate sul maschilismo più vecchio e becero, purtroppo così caro a questa destra di governo. Le letture e le reazioni degli esponenti di maggioranza sono coerenti con la loro versione di Dio, Patria e famiglia: lui, il ministro Sangiuliano, è potente ed esposto, lei, l’amante, avvenente e più giovane, è furba e ambiziosa.
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Per la destra la vicenda sarebbe dunque in sostanza ascrivibile a una storia privata di “corna”». Per la sinistra invece, forte della sua superiorità morale, la faccenda è più complessa. Ritenetevi forte: «È proprio questa lettura e questa cultura che devono cambiare. Il ministro Sangiuliano è semplicemente inadeguato e non all’altezza del suo ruolo e della sua funzione, pure se ha tentato di spiegare e se ha pagato con le sue carte di credito». La tirata femminista della Valente non poteva certo risparmiare il primo premier donna della storia d’Italia: «Perché Giorgia Meloni avalla una lettura di questa vicenda tanto maschilista e offensiva per le donne e per tutti gli italiani? - si chiede la dem Questa vicenda conferma come purtroppo lei non abbia rotto il soffitto di cristallo.
Non lavora affinché le sue libertà e i suoi traguardi possano diventare appannaggio di tutte le donne, ha accettato le regole maschili del gioco, ma non le cambia, non sovverte gli schemi e i modelli a vantaggio di tutte. Come farebbe invece una leader femminista». Che si riferisse alla Boccia? Chissà. Della vicenda s’è occupata anche Laura Boldrini. L’ex presidente della Camera, però, non l’ha buttata sul femminismo, ma sul vittimismo: «Raramente il nostro Paese è caduto così in basso», sentenzia. «Una storia imbarazzante. La sua soap opera personale è diventata una questione politica e di sicurezza nazionale», perché «alla vigilia del G7 Cultura, la credibilità della nostra amata Italia viene messa in discussione dal comportamento del ministro» che non ha «rispetto per il ruolo che ricopre: altro che “disciplina e onore” come dice l’articolo 54 della Costituzione».
In serata della vicenda s’è occupata pure Elly Schlein: «Penso che questa vicenda abbia già imbarazzato a sufficienza questo Paese. Mi chiedo per quale ragione Giorgia Meloni abbia respinto le dimissioni di Sangiuliano che erano probabilmente il primo atto opportuno del ministro da quando si è insediato». Attacchi a Sangiuliano sono arrivati anche dai piddini Irene Manzi («Sangiuliano subito in parlamento a riferire») e Matteo Orfini: «Sangiuliano non è più ministro della Cultura. Chi può prenderlo sul serio? Quando andrà da Giorgetti a chiedere fondi per la Cultura che forza contrattuale avrà?».
Alla domanda di Orfini sembra rispondere la nota del ministero dell’Economia che ha fatto sapere che ieri si è svolta una riunione tra il ministro Sangiuliano e il sottosegretario all’Economia, il leghista Federico Freni. Tema dell’incontro, l’analisi delle proposte del Mic per la prossima finanziaria. Sempre ieri, quasi a smentire le voci di mal di pancia interni alla Lega per alcune esternazioni di Sangiuliano, sono arrivate le parole del deputato leghista Rossano Sasso: «È una vicenda privata. Penso che la politica oggi debba occuparsi di cose più urgenti. Penso che politicamente il caso sia chiuso». Infine il ministro, sempre ieri, ha firmato il decreto ministeriale di articolazione degli uffici dirigenziali e degli istituti dotati di autonomia speciale di livello non generale del Mic, in attuazione del nuovo Regolamento di Organizzazione del dicastero. Cioè la riforma del ministero. Il provvedimento sarà pubblicato ad avvenuta registrazione da parte degli organi di controllo.