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Alla Festa dell'Unità è vietato parlare di Gaza

Francesco Storace
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Formidabili quelli anni. Anche lui Roberto Berardi – Bifo per i compagni - si scatenava nelle piazze, la polizia gli dava la caccia, lui si rifugiava in Francia. Oggi, alla bell’età di 75 anni, ricompare su un suo blog, che non a caso ha intitolato Il disertore. Nostalgico. E quello che ha scritto – che resta comunque interessante perché sa tenere la penna in mano – è rivelatore di uno stato d’animo della sinistra. Quella radicale, ma sempre sinistra è. La voglia di conflitto rimane irrefrenabile, persino davanti a quella che dovrebbe rappresentare un pacioso raduno di compagni invecchiati di fronte alle salsicce della festa dell’Unità.

Bifo si è messo proprio a spulciare il programma della festa di Bologna e ha scoperto – e denunciato – che neppure uno dei tantamila dibattiti previsti è dedicato «al genocidio a Gaza». Tradotto: voi state con Israele e la sua mattanza, noi con quelli del 7 ottobre.

Ecco il suo stupore, ripreso ieri anche dal sito ultrà Contropiano: «Non c’è nessun riferimento al fatto che da quasi un anno Israele – un Paese nato da una guerra di sterminio e che negli ultimi anni è governato da una giunta apertamente fascista – sta perpetrando un genocidio. Mi sono chiesto com’è possibile che non se ne parli all’interno di un evento che oltre alle tagliatelle dovrebbe anche occuparsi degli eventi del mondo».

Rieccolo il rivoluzionario dei tempi che furono. Parte del 7 ottobre in maniera furbetta: «Dopo questo atto di inaccettabile (ma purtroppo comprensibile) violenza, Israele ha risposto con una campagna di sterminio che ha colpito indiscriminatamente la popolazione di Gaza». Il massacro di ottobre comprensibile, la reazione di Israele no. Tutto fila nel parterre rosso. Persino il «comprensibile» massacro del 7 ottobre. La conclusione del pezzo di Bifo è micidiale: «Perché alla Festa de L’Unità non se ne parla? Forse perché si tratta di un argomento, come suol dirsi, “divisivo”?

Cioè una parte dei democratici ritiene che non si possa discutere del comportamento dello Stato di Israele anche se questo persegue da 75 anni una politica colonialista, e da undici mesi persegue un genocidio? Se così fosse sarebbe risolto il mistero per cui in Italia governano i fascisti». Insomma, la colpa è sempre dei fascisti, che governano pure, e quindi della Meloni. Ma sono le opinioni di un noto democratico dei tempi andati e ci può pure stare. Quel che è interessante resta la domanda che Bifo sempreverde pone: il Pd bolognese non parla di Gaza perché non sa da che parte schierarsi?

Chi conta di più nel Pd di Elly Schlein, tra “filosionisti” e “filopalestinesi”? Diciamola tutta: è proprio la segretaria del Pd che deve sciogliere il nodo sul conflitto in Medio Oriente. Dichiarare da che parte stare diventa un obbligo di verità che neanche la leader dell’opposizione può evitare.

Delle due l’una: o non si sa che pesci prendere, oppure si temono risse incontenibili tra le fazioni persino alla festa dell’Unità. Gli estremisti alla Bifo ci sguazzano. Ma è grave che i loro “argomenti” non trovino adeguata risposta. La scelta di campo occidentale è ancora valida per il Pd? O l’articolo con cui nei giorni scorsi Goffredo Bettini metteva in discussione persino la Nato ha fatto breccia nel partito? Chi si candida a rappresentare l’alternativa di governo in Italia non può sfuggire. Anche perché se poco contano i pensieri di Bifo, molto valore ha il pensiero della pubblica opinione. E il Pd non ha il diritto di tacere.

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