Sangiuliano, Boccia e il caso Tg1. Repubblica, Ardone fuori controllo: "Ricordate lo sparo?"
La politica all'assalto di Gennaro Sangiuliano e della premier Giorgia Meloni. Un assalto politico, in Parlamento, e mediatico, sui giornali. L'intervista al Tg1 del ministro della Cultura, per dare la sua versione dei fatti sul caso di Maria Rosaria Boccia, ha scatenato un putiferio.
"Con lei - ha detto in lacrime, scusandosi con la moglie e con Meloni - ho avuto una relazione affettiva. Ho dato le dimissioni ma sono state respinte dalla premier. Non ho commesso reati, non ho mai speso un euro di soldi pubblici. Io non sono ricattabile e non c'è alcuna violazione sulla sicurezza del G7". Nel frattempo, sui social, la donna a cui era stata offerta una consulenza per l'organizzazione dei grandi eventi, poi stoppata, continua a bombardarlo.
"La 'soap opera' triste con protagonista Il ministro della Cultura trova questa sera uno spazio abnorme sul primo telegiornale della Tv pubblica. Oltre 10 minuti in cui Gennaro Sangiuliano usa il più importante TG della Rai per auto-assolversi. Questo è Servizio Pubblico? Porteremo la questione in commissione di vigilanza", annunciano i parlamentari del Movimento 5 Stelle in commissione di Vigilanza sulla Rai.
"Avevamo chiesto al ministro Sangiuliano di venire a riferire sul caso Boccia in Parlamento, perché ci interessano le ricadute istituzionali della vicenda - tuona Cecilia D'Elia, capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera -, e invece occupa il servizio pubblico, la televisione di noi tutti, senza peraltro chiarire nulla. Davvero basta".
E su Repubblica, oggi, ampio spazio alla scrittrice e professoressa Viola Ardone: "La questione è molto seria, perché pone un problema che è squisitamente politico. Qui stiamo assistendo alla manifestazione del potere che giustifica sé stesso e dice: 'Io sono io, voi non siete nessuno'" e "a pochi giorni da un appuntamento internazionale che si dovrebbe tenere anche in un luogo altamente simbolico e del quale siamo tutti innamorati come Pompei, ci ritroviamo con un enorme problema di credibilità. Se dovesse essere cancellato l'evento previsto nella Città degli Scavi, avremmo perso tutti",
Il quotidiano diretto da Maurizio Molinari cavalca il tema della possibile divulgazione di "dati sensibili" riguardo al G7 della Cultura e rincara la dose, accusando il governo di chiudersi "come un fortino". "Basti pensare che non sappiamo ancora chi sparò la notte di Capodanno in provincia di Biella al termine della cena alla quale avevano partecipato un sottosegretario con la scorta e un parlamentare (Andrea Delmastro ed Emanuele Pozzolo ndr) - azzarda la Ardone -. Dovrebbe essere un dato acquisito fare chiarezza, in questo come altri casi, ma non è ancora così. Evidentemente gli anni di Berlusconi non hanno insegnato nulla".