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Giorgia Meloni: "Mai così tanti occupati da Garibaldi in poi"

Tommaso Montesano
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Da una parte il più alto tasso di occupati «da quando Garibaldi ha unificato l’Italia». Dall’altra un’opposizione a guida Pd da «slogan belli», ma «smentiti dai dati», visto che adesso le cose vanno meglio «di quando al governo c’era la sinistra». Ospite della prima puntata della nuova stagione di 4 di sera, su Retequattro, striscia serale ora affidata a Paolo Del Debbio, Giorgia Meloni inaugura la nuova stagione politica cavalcando i numeri «macroeconomici, la cosa che mi conforta di più. Per molti anni l’Italia era il fanalino di coda nelle classifiche europee. Non è più questa la situazione. Oggi l’Italia cresce più di Francia e Germania».


«Nei prossimi mesi», anticipa la presidente del Consiglio, sull’onda dei fatti di cronaca nera la sua «priorità» sarà la sicurezza. Oggi, però, Meloni batte il tasto dei successi economici. Non prima di essersi tolta qualche sassolino dalle scarpe in relazione alle sue vacanze estive: «Non sono mai scomparsa. Dopo giorni che avevo i fotografi appollaiati sugli alberi ho fatto semplicemente qualche giorno di vacanza con mia figlia. Chiunque ha diritto a un po’ di privacy. Non mi risulta di essere un concorrente del Grande Fratello e neanche di avere il braccialetto elettronico. Non si deve mai mettere in dubbio la mia responsabilità». Proprio le maldicenze sulla sua presunta assenza durante le ferie sono- confessa- la cosa che le ha fatto più male nel corso del mese di agosto: «Sono sempre stata assolutamente reperibile. La prossima volta chiederò consiglio a Elly Schlein, che è stata molto più brava di me: è sparita tre settimane e nessuno sa dove sia stata. Di me si è saputo tutto».

 


Tra gli «slogan» che la premier rinfaccia alla segretaria del Pd - «avrei bisogno di 20 minuti per risponderle...» - ci sono anche quelli che riguardano l’autonomia differenziata, sulla quale l’opposizione ha promosso una raccolta firme per il referendum abrogativo. Al centrosinistra, la premier ricorda che la concessione di maggiori poteri alle Regioni «esiste da 23 anni, dalla riforma del titolo V fatta da un governo della sinistra (nel 2001, ndr). Noi normiamo questo principio introdotto da loro». Come? Agendo con la leva dei Livelli essenziali delle prestazioni attraverso i quali «stabilire quale è il livello minimo di servizi che deve essere uguale per tutti: noi non stiamo spaccando l’Italia, ma la stiamo riunificando. Interveniamo per evitare sperequazioni». Proprio ciò di cui Schlein - a proposito di «slogan» - accusa Palazzo Chigi. Un capitolo a parte lo merita, ancora una volta, la polemica sull’assegno unico, uno dei fronti sul quale dal “campo largo” sono arrivate le critiche più feroci: «Non ho alcuna intenzione di abolirlo, anzi lo sto difendendo. L’Europa ha aperto una procedura d’infrazione perché noi dobbiamo dare l’assegno unico anche a tutti gli immigrati residenti in Italia anche se i loro figli non sono qui e questo rischia di far diventare l’assegno insostenibile. La sinistra ci dia una mano invece di fare propaganda su notizie inventate». E nel dossier economico rientrano anche le pensioni minime, «una delle nostre priorità». Il governo continuerà con la «rivalutazione piena» di tutti gli assegni».

I contenuti esposti in serata erano stati in parte anticipati dalla premier in mattinata. Quando con un post sui suoi canali social, Meloni aveva rimarcato i buoni dati sull’economia: «Dal Pil all’occupazione, dall’export agli investimenti sono positivi e rappresentano un segnale di grande fiducia». Particolarmente soddisfacente, come ribadito in serata, la tendenza sull’occupazione, con il tasso «più basso dal 2008» a oggi: 6,5. Merito delle scelte dell’esecutivo, che si appresta a festeggiare il secondo compleanno: «La stagione dei soldi gettati dalla finestra e dei bonus è finita e non tornerà fin quando ci saremo noi al governo». Prossimo passo, la manovra economica, che sarà «ispirata», anticipa Meloni, «al buon senso e alla serietà».

Forte di un centrodestra che ribadisce essere «compattissimo», la premier allunga lo sguardo su ciò che accadrà in autunno, dopo una legge di bilancio che continuerà a rifiutare «bonus a pioggia» e «soldi buttati dalla finestra». La prossima emergenza si chiama sicurezza: «Penso che si possa fare di più. C’è un disegno di legge che può molto aiutare le Forze dell’ordine che dovrebbe essere finalmente approvato in Parlamento nelle prossime settimane. E anche quello dell’immigrazione è un tema sul quale bisogna continuare a lavorare con efficacia e la diminuzione degli sbarchi aiuta». Ma accanto al blocco repressivo, ecco la novità, è tempo di interrogarsi su «quello che sta succedendo alle nuove generazioni. Non stiamo capendo: l’impatto dei telefoni, di internet, del Covid, l’averli rinchiusi dentro casa...». Gli ultimi fatti di cronaca, ammette Meloni pensando a Sharon Verzeni e alla famiglia sterminata da un 17enne, l’hanno «scioccata». Tuttavia la soluzione - e per «questo dobbiamo essere ancora più spaventati»- non può arrivare solo da «provvedimenti», aumento delle «pene e delle Forze dell’ordine». 

 

 

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