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Sondaggio Piepoli, dov'è arrivato FdI. E chi vince la guerra dei Cinque Stelle

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Sale Fratelli d'Italia, cala il Pd, il Movimento 5 Stelle resta stabile ma cresce il consenso personale di Giuseppe Conte. Sono i dati salienti della rilevazione dell'Istituto Piepoli, il primo sondaggio dopo le vacanze estive della politica italiana.

I dati vengono snocciolati a Omnibus, il talk della primissima mattina di La7. Secondo Piepoli, FdI resta abbondantemente il primo partito con il 28,5%, guadagnando lo 0,5. Nel centrodestra, si riduce il divario tra Forza Italia e la Lega. Il partito di Antonio Tajani, forse a causa delle polemiche sullo Ius scholae, perde mezzo punto scendendo all'8,5%, mentre il partito di Matteo Salvini resta all'8%, stabile. A chiudere il gruppo della maggioranza di governo Noi Moderati di Maurizio Lupi, all'1 per cento tondo. 

 

 

 

Capitolo centrosinistra. Nel fantomatico e assai ipotetico "campo largo", come detto, il Partito democratico arretra perdendo 0,5 punti, arrestandosi al 22,5% (-0,5). Quasi il doppio del M5s, fermo all'11%, con Alleanza Verdi e Sinistra che guadagna lo 0,5 (ora al 6,6%) così come Azione (3,5%, sempre +0,5). Fermi al 2,5% gli ex alleati alle ultime Europee (concluse senza aver superato la soglia di sbarramento, peraltro), Italia Viva di Matteo Renzi e +Europa di Bonino e Riccardo Magi, entrambe al 2,5 per cento. 

Se le intenzioni di voto non regalano grandi scossoni, facendo rimanere stabile il quadro politico generale, risulta abbastanza significativo il dato sulla fiducia nei leader. La premier Giorgia Meloni resta di gran lunga la prima della classe con il 43%, anche se con un punto lasciato per strada. Alle sue spalle Tajani con il 33%, quindi Conte ed Elly Schlein che crescono entrambi di 2 punti percentuali salendo al 31%, davanti a Salvini al 29 per cento. Più staccati Nicola Fratoianni di Sinistra italiana e Angelo Bonelli dei Verdi, i due leader di Avs che salgono al 22% guadagnando il 2% a testa. 

 

 

 

Una posizione di Conte importante, che può far cominciare a pensare a un partito personale dell'ex premier, ormai in rotta con il fondatore dei 5 Stelle Beppe Grillo e con all'orizzonte, sempre più imminente, una drammatica guerra fratricida per il nome e il simbolo del Movimento stesso.

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