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Il Pd contro la legge Calderoli ma rivuole le province

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È un po’ come con certi amori, fanno giri immensi e poi ritornano (citando Venditti). Soprattutto a sinistra, dove il vecchio sembra sempre meglio del nuovo, di qualunque cosa di tratti. Nel caso in questione l’oggetto del ritorno di fiamma sono le province. E così, dopo l’abiura del Jobs Act e «l'autocritica» sulle tentazioni di autonomia differenziata che hanno toccato nel 2018 anche l’Emilia-Romagna, il Pd non disdegna l’idea di cancellare anche la riforma firmata da Graziano Delrio, che ai tempi del governo Renzi, era il 2014, abolì l’elezione diretta delle Provincia.

Come racconta l’edizione bolognese di Repubblica, lettura spassosa quanto goduriosa, proprio Delrio, qualche mese fa, era finito nel toto candidati al dopo Bonaccini. Oggi invece, con Michele de Pascale, cambia tutto. Il sindaco di Ravenna, da presidente dell’Unione province italiane, ha collaborato con la Lega a una legge che reintroduce l'elezione diretta nelle Province. «Io ero contrario alla riforma Delrio», ammette de Pascale, «e sarei a favore dell’elezione diretta. E in generale di un rafforzamento degli enti provinciali». Ma che bella sorpresa.

 

 

 

Non è detto, però, che l’operazione sia facile. Anzi... FdI ha bloccato in Commissione la reintroduzione dell’elezione diretta nelle province pensata dal ministro, Roberto Calderoli, e scritta anche de Pascale, pur dicendosi d'accordo, l’ha rinviata al Testo Unico degli enti locali, la cui riforma è in mano al ministero degli Interni.

Un rinvio che però non ha data di scadenza, segno che il partito della premier prende tempo. E tuttavia che si debba rimettere mano all’assetto delle province e delle città metropolitane è certo. Una sentenza della Consulta giudicato incostituzionale la nomina automatica del sindaco della città capoluogo a sindaco della città metropolitana. Che fare dunque?

 

 

 

Dopo un iniziale slancio, il parlamento si è fermato, ma resta l’asse tra Lega e Pd. Sicuramente tra Lega e De Pascale, che lo scorso anno ha partecipato anche alla festa leghista a Cervia, per spiegare insieme a Calderoli i benefici della reintroduzione dell’elezione dei cittadini per il capo della Provincia. «L’Emilia-Romagna fu tra le Regioni che addirittura anticipò la riforma Delrio. Io invece sono convinto che l'ente provinciale serva», spiega il candidato dem, «e immagino una Regione che rafforzi gli enti locali, tornando a coinvolgerli ea delegare funzioni».

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