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Andrea Orlando, "altrimenti mi ritiro": una bomba sul centrosinistra

Roberto Tortora
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Domenica 27 e lunedì 28 ottobre si terranno le elezioni regionali in Liguria, dopo che Giovanni Toti ha rassegnato le dimissioni in seguito all’inchiesta per corruzione che lo ha coinvolto e che lo ha tenuto già agli arresti domiciliari.

Ora, però, è corsa alle candidature e c’è un certo fermento, da quanto si legge su Repubblica, in Andrea Orlando, candidato in pectore ed ex-ministro del Lavoro nel governo Draghi in quota Pd: “Se la prossima settimana non si chiude sul mio nome, valuto il ritiro della candidatura: la mia disponibilità non è a tempo infinito. Ho dato la disponibilità, ho lavorato alla coalizione e ai programmi: o si ufficializza la mia candidatura, o prendo atto che la coalizione debba trovare un altro candidato”.

 

 


 
La sinistra, che ha a disposizione anche il sì di Renzi, potrebbe cogliere l’occasione irripetibile di riprendersi la Regione dopo nove anni di centrodestra. A sparigliare le carte nel campo largo, però, come spesso accade, ecco che il Movimento 5 Stelle tentenna e rimugina. Si è fatto avanti, infatti, il senatore Luca Pirondini, come candidato presidente.

 

 

 

Una mossa che ha fatto salire la tensione nella coalizione, anche se è subito stata gettata acqua sul fuoco dallo stesso Pirondini: "Non è contro Orlando". Un’ammissione debole, anche se più un segnale politico di matrice grillina, ricordando che Pirondini era già stato scelto come candidato sindaco a Genova nel 2017. Per il centrosinistra la partita è importante, perché in autunno ci saranno le elezioni anche in Umbria ed Emilia Romagna e serve trovare un’intesa per provare a fare en-plein.

 

 

 

Sempre Orlando dice: "È legittimo che il M5s provi a sondare la capacità di coalizione con Pirondini, o altri, ma il mio nome è sul tavolo da troppo tempo e la questione tempo è determinante per l’esito elettorale, non solo per avere vantaggio sulla destra, ma per fare una cosa seria. Il centrosinistra deve presentarsi agli elettori con una proposta compatta e questo lavoro va fatto al più presto, con il ruolo di verifica, e di garanzia, del candidato presidente".

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