Quel silenzio sinistro sulle liste di proscrizione del nuovo Pci
C’è qualcosa di non detto, di irrisolto, si avverte perfino un senso di imbarazzo e reticenza intorno alla grave storia delle liste di proscrizione elaborate e diffuse dal nuovo partito comunista.
Lo testimonia la rinnovata fortuna – da troppe parti – di un aggettivo orribile e vile che già in altra epoca di terrorismo italiano fu usato per attenuare, per offuscare, per confondere: mi riferisco all’aggettivo “sedicente”. «Le sedicenti Brigate Rosse» fu l’indegna formula usata per anni (fino a quando il sequestro Moro rese le finzioni e i camuffamenti sempre più difficili) da non poche redazioni per ingannare i lettori, per seminare il dubbio, in ultima analisi per occultare il fatto che ci fosse un terrorismo rosso da riconoscere immediatamente come tale (...)