Lepore, il sindaco Pd di Bologna che insulta i cittadini con parenti di destra
“Non esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B” è uno degli slogan più inflazionati della politica. Tutti l’hanno detto almeno una volta e tutti, indipendentemente dallo schieramento, sembrano condividerlo.
Tutti meno il sindaco di Bologna Matteo Lepore, evidentemente. E lo si può evincere dalla reazione che il primo cittadino del Pd ha avuto dopo l’ennesima denuncia di un residente di via Capo di Lucca, dove la legalità sembra essere un lontano ricordo. Spaccio, risse, agrressioni e schiamazzi fino a tarda notte. È questa la tragica situazione in cui versa il quartiere.
E, com’è comprensibile che sia, i residenti sono esasperati. Tanto che, dopo l’ennesima maxi scazzottata che ha visto 15 ragazzini picchiarsi e prendersi a bottigliate, qualcuno ha alzato la voce. Dopo aver chiesto invano l’intervento dell’amministrazione comunale per mesi, un ragazzo si è rivolto ai media locali per accendere i riflettori sul degrado della sua zona.
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Peccato che l’iniziativa dev’essere andata di traverso al sindaco che, messo alle strette dai numerosi articoli e servizi tv, ha preferito screditare Nicola - questo il nome del ragazzo piuttosto che intervenire e rispondere nel merito alle sue denunce. «Su quella zona abbiamo molte segnalazioni da un parente di un rappresentante di Fratelli d'Italia, che prendo sul serio perché, nonostante questo, è un cittadino». Parole che lasciano di sasso per lo sprezzo con cui sono state pronunciate. «Nonostante questo»... Come se essere parente di un esponente di Fratelli d’Italia fosse motivo di vergogna e, allo stesso tempo, sminuisse le criticità evidenziate sulla situazione in via Capo di Lucca.
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«Il sindaco Lepore, con agghiacciante candore, afferma addirittura che pur essendo un parente di un rappresentante di FdI “nonostante tutto è un cittadino”. Questo è lo stato della democrazia a Bologna, la viviamo da tempo, ma con Lepore e il suo collocamento radicale di estrema sinistra il clima è peggiorato», commenta amareggiato il senatore bolognese di Fratelli d’Italia, Marco Lisei. Ma quello che lascia più basiti in FdI è il fatto che il sindaco sia entrato in possesso di tale informazione.
«Una simile affermazione» continua Lisei «è di una gravità inaudita perché può voler dire solo una cosa: il sindaco scheda i cittadini parenti di esponenti di Fratelli d'Italia, sa dove abitano, di più, le segnalazioni vengono addirittura filtrate quando gli pervengono». Ed effettivamente viene da chiedersi come Lepore abbia fatto a scoprirlo . È stato lui ha chiedere un approfondimento sul ragazzo? Gliel’hanno suggerito? E come l’hanno saputo i collaboratori del sindaco?
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Oltre al tentativo di delegittimazione verso Nicola - che a Libero si è detto esterrefatto per l’attacco subito da colui che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini- Lepore ha diffuso una notizia falsa. Il giovane infatti non ha alcun legame diretto con il partito e il parente a cui fa riferimento il sindaco non è né un consigliere né un dirigente. Si tratta invece di una ex dipendente pubblica - quindi assunta dal Comune - che ha lavorato in Consiglio con il gruppo di Fratelli d’Italia. Un quadro assai lontano da quello a cui alludeva l’inquilino di Palazzo d’Accursio. Ma del resto, poco importa. Nella Bologna del Pd, prima di poter parlare, bisogna accertarsi che nell’albero genealogico non ci siano parenti riconducibili al centrodestra.