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Salvini al Meeting, "programma leggermente diverso": Ius Soli, stilettata a Forza Italia

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I temi immigrazione e integrazione, inevitabilmente, tengono banco anche al Meeting di Rimini. E' Matteo Salvini, vicepremier, ministro di Infrastrutture e Trasporti e leader della Lega, l'ospite più atteso del secondo giorno della tradizionale kermesse di Comunione e Liberazione

"Penso di escludere che Forza Italia voti col Pd e con i 5 Stelle su temi legati all'immigrazione - taglia corto Salvini, riferendosi alle aperture dei giorni scorsi di Antonio Tajani sullo Ius Scholae -. Il programma per cui ci hanno votato gli italiani è leggermente diverso". Il leader forzista aveva rilanciato l'ipotesi di un dialogo sullo Ius scholae, con la possibilità di concedere la cittadinanza italiana agli studenti stranieri che abbiano compiuto il ciclo di studi dell'obbligo di 10 anni. Uno scenario respinto subito al mittente sia dalla Lega sia da Fratelli d'Italia

 

 

 

La legge sullo Ius Scholae, ha ribadito Salvini, "non è una priorità per la Lega, per il governo. Ma questo era chiaro: è una dichiarazione di Forza Italia che ha tutto il diritto di farlo. Ma poi c'è il programma di governo a cui noi ci rifacciamo". Poi, ha proseguito ancora il segretario leghista, "l'emergenza è quella economica: se noi fermiamo 50 persone qua a Rimini tra i 15 e i 90 anni il problema sono gli stipendi, i mutui e le pensioni. Non lo Ius Soli o lo svuotacarceri". 

 

 

 

Per questo "abbiamo una legge di bilancio a cui stiamo lavorando" per trovare soluzioni "sugli stipendi e sulle pensioni. Poi su tutto il resto Forza Italia è liberissima di fare le sue battaglie" ma la legge sullo Ius Scholae "non è nell'agenda del governo, nel programma del governo, non è sul tavolo di nessuno. Prendo atto che hanno questa idea, rimarrà una loro idea". D'altronde, puntualizza ancora Salvini, "ognuno può proporre quello che vuole. Poi c'è un programma di governo e qui ci rifacciamo. Con la legge attuale sulla cittadinanza, lo dicono i numeri, l'Italia è il Paese che, nel 2022, ha concesso più cittadinanza in tutta Europa, più della Francia, più della Spagna, più della Germania. La legge c'è, funziona e non capisco il motivo per cambiarla. Poi ognuno propone quello che vuole, per carità di Dio".

La stessa posizione del ministro degli Interni Matteo Piantedosi, anche lui sul palco del Meeting di CL dove ha illustrato un'analisi del Viminale sulla cittadinanza basata su dati Eurostat, pur sottolineando come il Parlamento sia sovrano e che il dibattito è legittimo. "Nella sequenza decennale, siamo il Paese al primo posto per concessioni in termini assoluti di cittadinanze che diventano un numero ancora più importante se lo si rapporta al numero della popolazione residente complessiva e ancora più al numero dei cittadini stranieri residenti - ha detto Piantedosi -. In alcuni casi arriviamo in quest'ultimo calcolo a quasi il doppio rispetto a paesi importanti come Germania o Francia". 

Secondo i dati Eurostat, nel decennio 2013-2022 l'Italia ha concesso 1.463.330 cittadinanze, il numero più alto in Europa. L'Italia detiene il record nel 2015, 2016, 2017, 2020 e 2022. Scendendo nel dettaglio degli anni recenti, nel 2023 gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana hanno sfiorato i 200.000 (199.995) mentre la Spagna ne ha rilasciate 240.208, la Germania 200.100 e, infine, la Francia 97.288. Se però si osserva il 2022 emerge che nell'Ue sono state in totale 989.940 le persone che hanno acquisito la cittadinanza del Paese in cui vivono, con un aumento di circa il 20% (+163.100) rispetto al 2021: quelle che hanno avuto la cittadinanza italiana sono state 213.716, il 76% in più rispetto al 2021, quando erano diventate italiane 121.457 persone. La maggior parte delle nuove cittadinanze rilasciate nel 2022 è stata quindi concessa dall'Italia (22% del totale dell'Ue), seguita dalla Spagna (181.581 pari al 18% del totale Ue), dalla Germania (166.640, il 17% del totale Ue), dalla Francia (114.500, il 12% del totale Ue) e Svezia (92.200, il 9% del totale Ue). Nel 2022 sono diventate cittadini italiani soprattutto persone originarie dell'Albania (38mila), Marocco (31mila) e Romania (16mila). Questi tre Paesi rappresentano il 40% delle acquisizioni totali. Al quarto posto il Brasile con 11mila, seguito da India, Bangladesh e Pakistan, che complessivamente hanno registrato 20mila nuove acquisizioni. L'età media delle persone che hanno ottenuto la cittadinanza nei Paesi Ue è di 31 anni. Tra coloro che hanno avuto la cittadinanza italiana nel 2022, il 26% è composto da ragazzi fino ai 14 anni e se si considera anche la fascia di età 15-19 anni, si arriva a comprendere il 37% di tutte le acquisizioni.

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