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Fanpage, il silenzio imbarazzato di Pd e sinistra sull'inchiesta di Libero

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 «Il Caso Fanpage? Il direttore Francesco Cancellato potrebbe infiltrarsi tra il suo personale sotto falso nome per scoprire la verità». Dopo l’apertura di Libero di ieri, è partito il fuoco di fila di Fratelli d’Italia sul sito che ha realizzato l’inchiesta sulla “Gioventù Meloniana”.

Un assalto che è rimasto sostanzialmente senza repliche, visto che finora non è arrivato alcun commento dalle parti coinvolte, né dalla redazione né dalla proprietà e tantomeno dal sindacato. L’unico solitario tentativo di difesa è quello del Dem Sandro Ruotolo. Una replica che lascia molto perplessi, in particolare per un passaggio: «Che ci sia un problema di giornalisti sottopagati nelle testate online, di articoli pagati ai corrispondenti di giornali locali a meno di tre euro, è purtroppo cosa risaputa».

In altre parole, stiamo parlando del responsabile per l’Informazione del primo partito della sinistra italiana – il quale peraltro da giornalista poteva contare su stipendi enormemente diversi da quelli in esame- che sostanzialmente minimizza sul problema dei miseri emolumenti dei colleghi del sito per cui lavorava, perché secondo lui “si sa, che ci vuoi fare”. Siamo sempre allo stesso ritornello: è l’umanità della sinistra.

 

 

 

Qualche riga di riassunto della puntata precedente. Ieri Libero ha aperto l’edizione con un servizio sulle vicende della redazione di Fanpage. In estrema sintesi, per regolarizzare i suoi co.co.co. il sito d’informazione ha rotto con la Fnsi e trovato un accordo con il sindacato Figec-Cisal. Un’intesa che prevede una serie brutale di tagli rispetto ai compensi standard dei giornalisti italiani, a partire dal -40% secco sulla retribuzione base per arrivare alle clausole decisamente al ribasso sul lavoro domenicale etc. etc. Una vicenda quantomeno imbarazzante per una testata marcatamente schierata a sinistra e impegnatissima nelle campagne anti-governo su salario minimo e lavoro. Soprattutto se si considera che la società editrice negli ultimi anni si è vantata dei forti ricavi (in aumento costante fino al 2022 e stabili anche nel 2023, come ha documentato un’indagine di Claudio Plazzotta su Italia Oggi). Ed è scoppiato il caso.

«A quanto pare», incalza il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati, Tommaso Foti, «nonostante la crescita degli utili, emergerebbe una mancata applicazione di condizioni salariali eque all’interno dell’azienda». Il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Walter Rizzetto, annuncia la presentazione di un’interrogazione parlamentare, mentre il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, insiste: «Mica ci si può appellare al cosiddetto giornalismo d’inchiesta solo quando si tratta di attaccare gli avversari. Cancellato potrebbe infiltrarsi nel suo personale». E ancora: «La tanto decantata libertà di stampa si persegue anzitutto pagando equi compensi ai giornalisti, non descrivendo fantasiose congetture autoritarie», commenta il senatore Paolo Marcheschi.

 

 

 

Sui suoi canali social Fratelli d’Italia ha pubblicato un post dedicato al gruppo Gedi: una scritta “Repubblica, ti segnaliamo due notizie interessanti” e sotto due titoli, quello di Libero su Fanpage e quello del Secolo d’Italia di Antonio Rapisarda: “Stellantis, Elkann chiagne e licenzia: via 15mila operai, superbonus ai dirigenti”. «Perché i sindacati e la sinistra non dicono nulla? Difensori dei lavoratori, ma solo a parole», attacca il deputato di Fratelli d’Italia Silvio Giovine. «Non una parola, non una presa di posizione. Questa ipocrisia è intollerabile ed è la prova provata della loro mancanza divisione e di coraggio», nota il vice capogruppo alla Camera, Manlio Messina.

Sull’uscita di Fdi è arrivata una timida replica di Avs, che ha bollato come «molto brutto il post di Fdi contro Repubblica», poi però conferma la consistenza di tutte le tesi: «Abbiamo, in estrema solitudine, denunciato gli esiti nefasti della strada apolide del gruppo FCA. Ma al di là delle questioni richiamate, salari/Fanpage e scandalo Stellantis, quel post è una vendetta». Insomma Fdi ha ragione, ma non può dirlo, sennò è “brutto”. Tornando a Ruotolo, invece, l’ex inviato di Santoro segnala che il sindacato con cui Fanpage ha trovato l’intesa sugli stipendi sarebbe ascrivibile a un’area di Centrodestra. Nessun giornale ascrivibile come area politica al Centrodestra, tuttavia, applica quell’accordo. E Gasparri intanto interroga Ruotolo: «Ma perché risponde lui per conto di Fanpage? È una testata a sovranità limitata? Questo spiega tante cose...». 

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