Silvio Berlusconi: "No allo ius soli, la scuola non basta". Così parlò il Cav.
Che poi uno si chiede: ma perché bisogna approvare le proposte che stavano nel programma del Pd alle politiche 2022 se governa il centrodestra? Basta essere un po’ attenti, senza fare troppa confusione, e “scoprire” che nella maggioranza si rischiano divisioni assolutamente fuori luogo visti i programmi che erano in competizione sul tema della cittadinanza agli stranieri.
A creare polemica è l’improvvisa fiammata sulla legge che si vorrebbe approvare in tema di Ius Scholae. La proposta prevede la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana al termine di un ciclo di studi. Andando più in là c’è chi vorrebbe addirittura lo Ius Soli, per il quale sarebbe sufficiente essere nati in Italia da genitori stranieri per essere bardati col tricolore all’anagrafe. Ma attenzione, lo Ius Scholae può diventare un sotterfugio per ottenere comunque la cittadinanza del nostro Paese. È ciò che ci fa pensare un’autorevole personalità del centrodestra, Renato Schifani, oggi presidente della regione Sicilia e ieri del Senato.
Con correttezza, il governatore apprezza la posizione di Tajani sullo Ius Scholae «anche se non fa parte del programma di governo». In realtà, vorremmo far garbatamente notare all’ex numero uno di palazzo Madama, che faceva parte proprio del programma di governo del Pd, che prometteva – nella parte dedicata proprio alla cittadinanza – che «introdurremo lo Ius Scholae, per superare le ingiustificate discriminazioni che ancora oggi vediamo nelle classi italiane». Per concludere così: «Chi è figlio di genitori stranieri e studia in Italia diventa cittadino italiano». Bocciato dal popolo, ma non da Schifani. (...)