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Il vaffa finale di Conte a Grillo: "Non comandi tu"

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L’elevato declassato al ruolo di grillino semplice. Siamo all’ultimo atto della sfida tra Beppe, il comico fondatore, e Giuseppi, l’avvocato cooptato da M5s a Palazzo Chigi e che in cinque anni si è preso il Movimento, con l’obiettivo già quasi realizzato di trasformarlo in partito popolar-personale. Chi di vaffa ferisce, di vaffa perisce, è la morale finale. «Il momento è cruciale, non smarriamo la rotta» scrive il fondatore sul suo blog, definendosi «garante e custode dei valori fondamentali dell’azione politica» e specificando che «il simbolo, il nome M5s e la regola del limite dei due mandati sono i tre pilastri non negoziabili del Movimento». «In questi anni ci siamo dovuti adattare per sopravvivere come gli animali, ma il secondo mandato è quello che ci rende diversi e immuni dalle tentazioni del potere» sentenzia Grillo in un messaggio che vuol dettare la linea ma finisce per certificare la debolezza del suo autore (...)

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