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Ius Scholae, Forza Italia apre? FdI e Lega chiudono: stop alla sinistra

Tommaso Montesano
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L’opposizione ci prova, continua a tirare per la giacca i centristi della maggioranza, ma il dialogo sulla riforma della legge per la cittadinanza al momento è limitato al duo Forza Italia-Noi Moderati. Con Fratelli d’Italia, in questa occasione spalleggiata dalla Lega, che non ne vuole sapere di aprire un varco su temi che non fanno parte del programma di governo.

Il caso è noto: sul tavolo- vista l’impossibilità, politica e numerica, di procedere sulla strada dello ius soli - c’è lo ius scholae, ovvero l’approvazione di una legge, ancora tutta da scrivere, che conceda automaticamente la cittadinanza italiana a ragazzi figli di stranieri che abbiamo completato almeno 10 anni di studi nel Paese. Ad alimentare il dibattito è stata Forza Italia, che si è detta favorevole a quella che Paolo Emilio Russo, capogruppo forzista in commissione Affari costituzionali di Montecitorio, ha definito una legge «non urgente, ma giusta».

Subito da sinistra - che pure considera lo ius scholae un passo indietro rispetto allo ius soli, in base al quale ottiene la cittadinanza chiunque nasce sul territorio italiano- si sono levate numerose voci che invitano Forza Italia - e i suoi alleati centristi - a fare sul serio. Basti pensare all’appello che l’ex ministro, e senatore del Pd, Graziano Delrio ha lanciato su Repubblica al partito fondato da Silvio Berlusconi: «È l’occasione giusta per fare il primo passo. Portino lo ius scholae in Aula, vediamo chi lo vota».

 

Ieri analogo pressing è stato portato da Azione, dove non a caso militano due ex pezzi da novanta di Forza Italia come Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, mai come adesso potenziali ufficiali di collegamento sulla via di una possibile maggioranza ad hoc sul dossier. «Sullo ius scholae è giusto e corretto recuperare il lavoro delle passate legislature e superare i confini delle coalizioni, come bene suggerisce Carlo Calenda», dice la prima, che di Azione è il portavoce. Quanto a Carfagna, osserva che è proprio sul «diritto alla cittadinanza dei ragazzi nati in Italia, cresciuti nelle nostre città e nelle nostre scuole», che i moderati italiani «possono e devono rilanciare la sfida». E questo proprio sull’onda delle «recenti prese di posizione di Fi».

Il nome di Calenda non è stato fatto a caso dalle due parlamentari di Azione ex forziste. Ieri l’ex ministro dello Sviluppo economico si è ritagliato per sé il ruolo di pontiere, lanciando un appello: «Cari Pd e Forza Italia, è evidente che sullo ius scholae si può fare un lavoro proficuo in questa legislatura. Il Parlamento ci ha già lavorato nel passato, ripartiamo insieme e facciamolo presto». Gli azzurri hanno annunciato per settembre, alla ripresa dei lavori parlamentari, una riunione dei gruppi per buttare giù un testo.

 

Un percorso nel quale sarà al loro fianco Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati: «Siamo favorevoli a concedere la cittadinanza ai ragazzi figli di cittadini stranieri che abbiano frequentato due cicli scolastici completi in Italia. Pur non essendo un punto condiviso del programma del centrodestra, si può aprire un ragionamento prima nella coalizione e poi in Parlamento».

Sulla ricerca di questa ipotetica nuova maggioranza, tuttavia, grava il peso della posizione della Lega e, soprattutto, di Fratelli d’Italia. Se l’opposizione del Carroccio è nota - anche ieri il deputato Stefano Candiani ha ribadito che «la Lega è fermamente contraria» a modificare la legge sulla cittadinanza, «che c’è e funziona» - il partito della premier Giorgia Meloni ha scelto, al momento, di non aprire un fronte polemico con l’ala centrista della maggioranza. Ma dalle parole di Tommaso Foti si capisce quale sia l’orientamento di Palazzo Chigi. Il capogruppo a Montecitorio invita la maggioranza a «non farsi tirare per la giacca e a realizzare, con serietà e pragmatismo, il programma che con il loro voto gli elettori hanno approvato, evitando di dividersi su temi che la sinistra oggi ritiene fondamentali, salvo accuratamente evitati quando era maggioranza». Il riferimento alla ius soli o ius scholae che dir di voglia, è palese. Chiaro il messaggio: «Che l’opposizione provi a dividere la maggioranza è scontato», il centrodestra non cada nel tranello e si concentri sulle vere priorità.

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