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Bari, psicodramma a sinistra: niente giunta e rischio scioglimento, dopo 60 giorni...

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Ancora nessuna giunta a Bari dopo il passaggio di consegne tra Antonio Decaro e Vito Leccese. Segno che forse l’idea di puntare sul campo largo al secondo turno non sia stata un'ottima idea. Senza dimenticare che nel frattempo aleggia sempre lo spettro di un possibile scioglimento per infiltrazione mafiosa. Leccese del Pd e Michele Laforgia del M5s si erano presentati divisi al primo turno. Poi il candidato grillino si era ritirato dalle primarie dopo l’inchiesta sugli scandali al Comune e alla Regione, con i pentastellati che erano usciti dalla giunta Emiliano. 

Al ballottaggio, però, Leccese e Laforgia si erano ritrovati. E alla fine aveva vinto il candidato del Pd. Oggi, tuttavia, a un mese e mezzo dalle amministrative, non si sarebbe ancora riusciti a trovare una quadra per fare l’esecutivo. E i rapporti tra i due, come si legge sul Secolo d'Italia, sarebbero di nuovo tesi. Motivo di scontro tra le due parti, nei giorni scorsi, un'ordinanza del sindaco sulla sicurezza e sul divieto di vendita di alcolici. Un provvedimento che ha fatto infuriare il movimento che fa riferimento a Laforgia, La Giusta Causa, che lo ha definito "davvero preoccupante per l’approccio”. Poi ha attaccato gli uffici comunali definendoli "capaci non solo di mettere insieme il disordine pubblico e la microcriminalità presenti nelle aree in questione con la presenza di clochard e senza fissa dimora, ma anche di porre sullo stesso piano il divieto di alcolici e della vendita di bevande in bottiglie di vetro nella fascia serale e notturna con l’accatastamento di cartoni, indumenti ed altri effetti personali su panchine e in angoli diversi delle due Piazze in questione”.

 

 

 

Nel frattempo, si attendono gli esiti delle valutazioni della commissione di accesso nominata dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi dopo lo scandalo su presunte infiltrazioni mafiose nella vecchia amministrazione comunale, che comunque non riguardavano l’ex sindaco Decaro. Una volta terminati i lavori sarà il comitato di sicurezza, presieduto dal Prefetto, a inviare le carte al Viminale, che poi dovrà decidere se proporre o meno lo scioglimento del consiglio comunale.

 

 

 

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