Meloni da fascista a stragista: la sinistra demonizza e sottovaluta le conseguenze
No, stavolta non c’è proprio niente da ridere. In altre occasioni, qui su Libero, avevamo scelto un registro di ironia, anzi di pesante sarcasmo, rispetto all’“ossessione-fascismo” che agita i giorni e le notti della sinistra. All’ultimo conteggio, dal primo gennaio 2024 fino a qualche settimana fa, avevamo raggiunto l’imbarazzante quota di ben 40 “allarmi -fascismo” lanciati dalla sinistra politica e da quella mediatica, al ritmo di uno ogni cinque giorni, incluse le domeniche e le feste comandate.
Ma in questa occasione c’è poco da scherzare, perché non siamo in presenza del solito disturbo ossessivo -compulsivo, quello di provare a infilare a forza stivaloni, fez e camicia nera agli avversari, nel tentativo di trovare un racconto unificante e un “senso” alle battaglie di una sinistra smarrita e in crisi di identità.
Stavolta si è registrato un drammatico salto di qualità. Nel momento in cui, in modo ufficiale e in qualche modo perfino “solenne”, il presidente dell’associazione dei familiari della strage di Bologna, già parlamentare del Pd, individua le “radici” di quell’orrendo attentato nell’attuale destra di governo, si varca una soglia inquietante, che mette a rischio la possibilità stessa di una convivenza democratica (...)
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