Giovanni Toti, l'ultima sparata di Andrea Orlando: "Ma non era un golpe?"
Dopo le dimissioni di Giovanni Toti, "forzate" da tre mesi di arresti domiciliari, ecco che Andrea Orlando non ha perso tempo per proporsi come prossimo governatore della Liguria. Era il segreto di Pulcinella: l'ex ministro della Giustizia è il nome su cui punta il Pd alle prossime elezioni. E il segreto è stato svelato a tempo record: con tutta probabilità, sarà lui a correre per la poltrona di governatore.
E Orlando inizia la campagna elettorale, passando anche a La7, una rete amica, dove era ospite di Luca Telese e Marianna Aprile a In Onda. "Lo avevo già detto quando Toti godeva di ottima salute giudiziaria: sono in campo se serve, se sono la figura giusta che mette insieme la coalizione, altrimenti ragioniamo su altri nomi e li sosterrò", ha chiarito il dem.
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E ancora: "Credo che questo sia un momento nel quale ci sia davvero da fare una ricerca comune per trovare la figura più forte per costruire un percorso di rigenerazione della Liguria. Senza creare coalizioni che abbiano all'interno delle contraddizioni che poi non le rendono credibili. Questa è una cosa da verificare sul campo, capire come in un momento come questo si possa costruire una coalizione che deve avere due scopi essenzialmente in Liguria: rompere con questo sistema in modo netto e contemporaneamente evitare che questa vicenda blocchi l'insieme delle opere previste. Ci sono due miliardi circa di investimenti del Pnrr in Liguria". Insomma, Orlando invoca l'ammucchiata, tutti insieme per battere "le destre". E lo fa nonostante le frasi di circostanza circa le "contraddizioni" da evitare nelle coalizioni.
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Quindi Orlando punta il dito contro il centrodestra, accusato di aver scaricato Toti. "In questo Paese abbiamo perso il senso del peso delle parole. Se effettivamente è come dicono nel centrodestra non si capisce perché il Ministro della Giustizia non manda gli ispettori, la maggioranza parlamentare non interviene sulla legge, se si pensa che abbia elementi di distorsione, Toti non fa ricorso in Cassazione se non negli ultimi giorni della sua detenzione", ha affermato il candidato in pectore. "Se ci fosse davvero un abnorme utilizzo della custodia cautelare perché non si utilizzano i rimedi costituzionali per poter incidere su questa vicenda. Questa è una cosa alla quale chi evoca questi scenari con un tweet e poi se ne va a dormire una risposta dovrebbe darla, perché se siamo in un Paese nel quale la magistratura fa i golpe allora bisogna reagire e ci sono gli strumenti per farlo, chi ha in mano i rapporti di forza per poterlo fare perché non lo fa?", conclude Orlando, difendendo in modo netto l'operato della magistratura. Poteva essere altrimenti?