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CasaPound, Giovanni Donzelli: "Per anni la sinistra la ha fomentata per toglierci voti"

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Dopo il pestaggio subito dal giornalista de La Stampa, la sinistra è tornata ad accusare la destra di alimentare nel Paese un clima d'odio e antidemocratico. Nei giorni scorsi il deputato dem Toni Ricciardi, Vicepresidente del Gruppo Pd a Montecitorio, nel corso di un intervento in Aula ha chiesto che il Governo sciolga CasaPound. "Ancora un episodio di violenza e ancora la stessa matrice e connotazione politica", aveva detto il dem. Per Ricciardi, infatti, con l'aggressione del giornalista Andrea Joly si conferma "l'ondata antidemocratica in corso in Italia legata soprattutto all'ambiguità di un governo che non condanna con forza ogni recrudescenza fascista fino a garantirne una sensazione di impunità".

Il capo dell'organizzazione di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli, nel corso di un'intervista rilasciata al Messaggero ha voluto replicare alle accuse mosse dal dem spiegando che "se un giudizio della magistratura, un organo indipendente, stabilisce che CasaPound è un movimento pericoloso per la democrazia, noi non abbiamo nessun problema. È già stato fatto in Italia. Ma non spetta a noi decidere". Nelle parole do Donzelli dunque nessuna ambiguità. Nessun passo indietro.

 

 

 

Per il capo dell’organizzazione del partito la prassi "parla chiaro" in quanto "ci sono movimenti di estrema destra che in passato hanno sparato e non sono stati sciolti senza l'intervento della magistratura, penso a Ordine Nuovo", ha ricordato. "Non ho niente da dire in difesa di CasaPound. Per anni la sinistra l'ha fomentata per levare voti a noi, loro non ci sono simpatici e noi non siamo simpatici a loro - prosegue -. Ricordo però che quando si sono presentati alle elezioni c'era un ministro dell'Interno di sinistra e nessuno ha detto niente". Donzelli è tornato anche sulle polemiche dopo le critiche ai giornalisti per il rapporto redatto dall'Ue sullo stato di diritto. "Abbiamo criticato un altro rapporto, compilato sulla base di opinioni legittime di stakeholders e giornalisti su posizioni culturali e politiche lontane dalle nostre", ha precisato. Un altro dei temi tanto cari alla sinistra è quello della governance alla Rai. Sulla possibilità di un cambio dei vertici, "ricordo che la governance attuale è quella scelta quando noi eravamo all'opposizione, altro che TeleMeloni - conclude -. Avanti con una Rai più pluralista di quella scelta dalla sinistra.

 

 

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