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Parigi 2024, Carini-Khelif: Salvini, "chi si deve vergognare". La Russa: "Angela in Senato"

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Diventa un caso politico, come prevedibile, l'abbandono di Angela Carini a Parigi 2024, nel match contro l'algerina Imane Khelif. L'azzurra esce di scena agli ottavi del torneo femminile di boxe, categoria 66 kg, e lo fa volontariamente e polemicamente, lasciando il ring dopo meno di 50 secondi a causa di un paio di forti colpi messi a segno dalla rivale algerina definita "intersex" a causa dell'altissimo livello di testosterone. Proprio per questo al Federpugilato l'aveva esclusa dagli ultimi Mondiali, mentre il Cio ha adottato un criterio differente. 

"Il pianto inconsolabile di Angela ci colpisce ma il suo ritiro le fa onore. L'aspetto in Senato per abbracciarla", ha scritto su X il presidente del Senato Ignazio La Russa. "'Picchia troppo forte, non è giusto'. Brava Angela, hai fatto bene", scrive sempre su X il vicepremier, ministro e leader della Lega Matteo Salvini che tra i primi, martedì, aveva rilanciato sui social il caso-limite della Khelif. "La nostra atleta si è dovuta ritirare contro Imane Khelif, prima di scoppiare in lacrime per tanti sacrifici andati in fumo. Una scena davvero poco olimpica: vergogna a quei burocrati che hanno permesso un match che evidentemente non era ad armi pari. Se ne sono accorti tutti in Italia e nel mondo, tranne i distratti commentatori della Rai. Un abbraccio ad Angela, forza".

 

 

 

Sul caso è intervenuta anche Giorgia Meloni, che oggi è a Parigi per visitare gli azzurri. "Mi ero emozionata ieri quando lei ha scritto 'combatterò', perché in queste cose conta anche la dedizione, la testa, il carattere - spiega la premier in visita a Casa Italia -. Però conta anche poter competere ad armi pari. Questa dal mio punto di vista non era una gara ad armi pari".

 

 

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